– STORIE D’ARCHIVIO –

Gianfranco Frattini interior designer

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Terzo articolo per l’Archivio Gianfranco Frattini dedicato agli interni realizzati in cinquant’anni di carriera. Quelli progettati dall’architetto sono spazi identificabili con il proprio tempo, ma che contengono anche elementi che vanno oltre, diventando segni distintivi di una raffinata poetica architettonica. Con Emanuela Frattini Magnusson abbiamo scelto alcuni tra i più affascinanti interni per ristoranti e appartamenti, eccone il racconto.

01 Making Of Light Le Lampade Di Gianfranco Frattini Parlavano Di Futuro Gianfranco Frattini Firma
02 Making Of Light Gianfranco Frattini Interior Designer Archiviogianfrancofrattini Club Stork 25
03 Making Of Light Gianfranco Frattini Interior Designer Archiviogianfrancofrattini Club Stork 28

Stork Club Restaurant (1959) 

Jazz club con bar e ristorante situato nel centro di Milano. L’eleganza delle grandi boiserie e del controsoffitto a carabottino in prezioso teak è innegabile, assieme alle luci riscalda l’ambiente rendendolo contemporaneamente raffinato e familiare. Il locale ha un’atmosfera misurata, mai sopra le righe, tratto tipico della nuova borghesia milanese, colta e sobria. L’invenzione della luce operata da Frattini è tra le più riuscite realizzate dall’architetto. All’interno dei pannelli del controsoffitto sono inserite, mimetizzate da spente, le sorgenti opaline che, ripetute in un pattern apparentemente casuale, illuminano le varie sale. A completamento dell’illuminazione altri due oggetti. Il primo è a soffitto, è l’ampia calotta in vetro rosso che illumina i tavoli in punti precisi nelle diverse zone. Il secondo è la piccola lampada troncoconica posta sui tavoli, bassa e discreta, che illumina facilitando la conversazione e gli sguardi. A determinare il carattere generale dello Stork Club è la geometria essenziale del carabottino in teak che viene interpretato anche come elemento divisorio, un filtro vedo/non vedo, che permette una parziale separazione fisica e acustica, la musica attraversa la struttura e permea tutti gli ambienti con un soffuso e discreto tappeto sonoro.

04 Making Of Light Gianfranco Frattini Interior Designer Archiviogianfrancofrattini Restaurant Spinnaker
05 Making Of Light Gianfranco Frattini Interior Designer Archiviogianfrancofrattini Restaurant Spinnaker

Spinnaker ristorante (1971)

Lo Spinnaker è uno storico locale della movida genovese dei primi anni Settanta. Le pareti sono rivestite in mogano riprendono l’essenzialità e la funzionalità degli interni nautici. I divani incassati entro basse pareti rendono l’atmosfera discreta, quasi complice. Tutto è stato disegnato da Frattini, dalle lampade appese e incassate nel controsoffitto modulare, alla grafica fino al poggiapiedi del banco bar, tutto è stato pensato per integrarsi alla perfezione. Il ristorante è definito dal serico soffitto a travi trasversali entro le quali sono incassate le sorgenti che illuminano uniformemente il soffitto della sala da pranzo. La boiserie in mogano a parete segue ogni variazione di profondità oltre ad integrare un essenziale, e quasi domestico, banco bar con le bottiglie a vista. I Settanta erano gli anni in cui conviveva il primo accenno di benessere economico dal dopoguerra assieme ad una grandissima tensione ideologica tra classi, in cui una parte della società viveva una sorta di dolce vita felliniana mentre un’altra faticava ad arrivare a fine mese. Erano anni di grandi tensioni e contraddizioni sociali.

06 Making Of Light Gianfranco Frattini Interior Designer Archiviogianfrancofrattini Restaurant Radetzky1
08 Making Of Light Gianfranco Frattini Interior Designer Archiviogianfrancofrattini Restaurant Radetzky
09 Making Of Light Gianfranco Frattini Interior Designer Archiviogianfrancofrattini Restaurant Radetzky3

Radetzky ristorante (1973) 

Il Radetzky di Milano ancora oggi ha un’aura mitica, locale storico della movida milanese dei primi anni Settanta, caratterizzato da un lieve accento orientale e da colori in netto contrasto con la luminosità del soffitto e delle tovaglie, giallo sole. L’alta colonna centrale in granito grigio sorregge un imponente e leggero soffitto luminoso in tessuto bianco, teso a nascondere le sorgenti e a diffondere la luce su tutti i tavoli. La colonna è l’epicentro da cui partono, come onde, le ampie fasce luminose che illuminano tutto il locale. Gli spazi sono divisi da schermi bassi in legno laccato nero lucido, si crea così un prezioso contrasto con la luminosità del soffitto e della mise en table. A segnare i punti di passaggio Frattini aveva posizionato le sue Lucilla, lampade scultoree dall’elegante doppia curvatura. Come in tutti i locali disegnati dall’architetto ogni elemento, anche il più piccolo, è coordinato: dalle stoviglie alle sedie Thonet 06 ai portacandele in vetro, accessorio delicato e fondamentale per le cene a due. Come il precedente Stork Club anche il Radetzky era il ritratto della “gente bene” di una Milano in piena espansione industriale e di cui Gianfranco Frattini è stato uno dei migliori interpreti.

10 Making Of Light Gianfranco Frattini Interior Designer Archiviogianfrancofrattini Hotel Hilton Tokyo 04
11 Making Of Light Gianfranco Frattini Interior Designer Archiviogianfrancofrattini Hotel Hilton Tokyo 13
12 Making Of Light Gianfranco Frattini Interior Designer Archiviogianfrancofrattini Hotel Hilton Tokyo 22
13 Making Of Light Gianfranco Frattini Interior Designer Archiviogianfrancofrattini Hotel Hilton Tokyo 24

Hotel Hilton Tokyo (1984)

A Gianfranco Frattini è stato chiesto di progettare l’area bar e la discoteca per lo Hilton Hotel di Tokyo. L’architetto ha impostato tre aree diverse ma uniformate dagli arredi, dai materiali e dai colori. Il lungo banco bar è definito da tre elementi: le bottiglie a vista, il carabottino (di chiara discendenza giapponese) e l’illuminazione. I primi due derivano dalle precedenti esperienze milanesi, anche qui sono stati usati per separare con un intrigante vedo/non vedo la pista da ballo dal bancone. Quest’ultimo è in legno laccato nero come tutti gli arredi della sala. Le pareti e gli imbottiti sono rivestiti in un intenso arancione che contrasta e illumina tutto l’ambente. A completamento della zona bar c’è l’illuminazione, dalle lunghe lastre in metallo riflettente scendono decine di gocce luminose che si diffondono per tutto il locale creando un uniforme tappeto di luce. Sui bassi tavolini d’angolo tra i divani Frattini ha posizionato le sue Noa e alcune lampade in vetro sferiche simili a lanterne giapponesi. Il locale è la felice ibridazione tra due culture accomunate dallo stesso modo di intendere l’eleganza.

14 Making Of Light Gianfranco Frattini Interior Designer Archiviogianfrancofrattini Apartment Btt Milano 07 1
15 Making Of Light Gianfranco Frattini Interior Designer Archiviogianfrancofrattini Apartment Btt Milano 07 4
16 Making Of Light Gianfranco Frattini Interior Designer Archiviogianfrancofrattini Apartment Pnz Madonnadicampiglio 2
17 Making Of Light Gianfranco Frattini Interior Designer Archiviogianfrancofrattini Apartment Pnz Madonnadicampiglio 9

Appartamenti BTT (1972) e PNZ (1972)

L’appartamento BTT è uno tra i più bei progetti di interior design domestico disegnato da Gianfranco Frattini. Siamo a Milano nel 1972, la nuova borghesia meneghina vuole presentarsi e raccontarsi al mondo con l’architettura, come già avevano fatto nell’Ottocento i loro bisnonni, arricchendo la città di palazzi e perfette ville neoclassiche. Frattini per il living immagina un open space giocato sul rapporto tra gli arredi fissi laccati nero lucido, gli imbottiti e la moquette rosso granata. Ne nasce un ambiente severo illuminato dalle grandi finestre e dalle globolux sopra la zona bar, elemento fondamentale per le serate milanesi. I divani sono dei sontuosi Sesann in pelle rossa completati e illuminati, in punti strategici da una Lucilla e dal nuovo Boalum, appallottolato come un gatto dietro alla poltrona. 

Appena successivo è l’appartamento PNZ che ricalca la tendenza espressa nel precedente lavoro, boiserie e arredi fissi laccati nero lucido abbinati a pareti, moquette e divani rosso granata. L’eleganza espressa in due toni. L’illuminazione, in questo caso, è una punteggiatura del soffitto dal quale pendono decine di lampadine geometricamente ordinate che diffondono una luce costante e uniforme. A separare le zone pranzo e conversazione due mobili bassi sorreggono una  Taccia (A. & P.G. Castiglioni, Flos 1962) e la rivoluzionaria Boalum progettata da Frattini con Livio Castiglioni. La soluzione illuminotecnica scelta per il soffitto è stata dettata dal luogo, Madonna di Campiglio, dove le lunghe sere d’inverno accorciano la presenza di luce naturale.

18 Making Of Light Gianfranco Frattini Interior Designer Archiviogianfrancofrattini Residential Tavern Slv 01 10
19 Making Of Light Gianfranco Frattini Interior Designer Archiviogianfrancofrattini Residential Tavern Slv 01 5
20 Making Of Light Gianfranco Frattini Interior Designer Archiviogianfrancofrattini Architecture Villa Bsn 3
21 Making Of Light Gianfranco Frattini Interior Designer Archiviogianfrancofrattini Architecture Villa Bsn 4
22 Making Of Light Gianfranco Frattini Interior Designer Archiviogianfrancofrattini Architecture Villa Bsn 13

Taverna SLV (1973/74) e villa BSN (1987)

Le capacità del progettista si vedono soprattutto nei piccoli incarichi, come quello della taverna SLV a Recco. La scala a sbalzo è il cardine attorno a cui ruota tutto il progetto, gli alti gradoni integrano, nella parte terminale, portabottiglie e bicchieri per la zona bar sottostante. Così come il lavello ricavato dal piano, tutti elementi di chiara derivazione nautica. Le pareti sono rifinite con un grigio molto caldo che si esalta grazie all’illuminazione radente composta da decine di lampadine incassate nel perimetro del soffitto. Le due brillanti colonne nero lucido concludono lo spazio riflettendo in ghirlande luminose i bulbi sospesi. A completamento dell’illuminazione Frattini ha ideato una nicchia perimetrale che corre dietro ai divani quadrettati, da questo vano piove una luce nascosta radente sinonimo di intimità. 

Cabiate, prima Brianza comacina, e luogo di produzione dei celebri mobili classici o in stile che hanno arredato, e continuano a farlo, le grandi dimore di oligarchi e petrolieri. L’enorme living è idealmente diviso in tre aree conversazione: la prima, in cui campeggia un ampio divano in pelle rossa, una libreria a parete e una scultura di Fausto Melotti. La seconda, sul retro della prima è definita da un lungo divano angolare in pelle nera che affaccia sulle vetrate e il giardino. Ad illuminare questa area Frattini ha immaginato un ribassamento luminoso sostenuto da un’alta colonna nero lucido. La terza è la zona più privata del locale ed è segnata da grande camino in pietra verde e dal soffitto luminoso scavato a ziggurat. Le pareti e gli arredi fissi su misura sono color pervinca e larice, una palette misurata ma di estrema eleganza. Villa BSN è contemporaneamente un buen retiro dopo le fatiche del Salone del Mobile sia simbolo di appartenenza all’alta borghesia industriale figlia degli anni ’70 ed esplosa con la ricchezza diffusa negli ’80. 


(Immagini courtesy: Archivio Gianfranco Frattini)