– INTERVISTE COL DESIGNER –

Etica progettuale

Tempo di lettura: 3 minuti

Marco Nozza

Marc Sadler ha vinto due Compassi d’Oro su quattro, con delle lampade. La ricerca e un forte legame con l’industria sono i cardini della sua idea di design. In oltre cinquant’anni di progettazione ha disegnato di tutto dal paraschiena per Dainese ai rubinetti per Mamoli.

01 Making Of Light Etica Progettuale Marc Sadler Mite

Essere Marc Sadler. Quattro Compassi d’Oro e numerosi altri importanti riconoscimenti, a rappresentare e confermare un innovativo approccio al design. Qual è la sua filosofia progettuale? 

In quanto designer diversamente giovane, nel lavoro di molti anni ho attraversato congiunture storiche ed economiche differenti, senza che si modificasse in me la convinzione che l’obiettivo di un progetto legato al mondo dell’industria sia il suo successo commerciale. Mantengo saldi i principi della mia etica progettuale, interpretando il gusto del pubblico senza piegarmi a schemi estetici che non condivido, cercando di realizzare buoni prodotti, dal contenuto tecnico o estetico riconoscibile nel tempo. Resto convinto che sia il buon design a fare le aziende e non viceversa, e il buon design è sempre il risultato di un mix di interventi fra designer e impresa, ciascuno nel rispetto del proprio ruolo.

02 Making Of Light Etica Progettuale Foscarini Mite

Le sue passioni, pittura, disegno e fotografia, la aiutano a delineare colore, forma e brillantezza fin dalle prime creazioni. ‘Mite’ e ‘Tite’ mi ricordano un surreale teleobiettivo se non un cannocchiale. Ce le racconta “dalla prima vite all’ultimo bullone”?

Prodotta a partire dal 2000, Mite è il frutto di una serie di incontri con i titolari dell’azienda che come me alle 6 del mattino sul Vaporetto di linea di Venezia, dove all’epoca vivevo, si recavano ogni giorno in azienda in terra ferma. Lavorammo per più di due anni al progetto, realizzando prototipi dalle forme più strane, sperimentato i materiali più diversi prima di arrivare al mix di fibra di vetro con carbonio e kevlar che funge contemporaneamente da decoro e da struttura portante della lampada, utilizzando la stessa tecnologia che si usa per fare le mazze da golf o le canne da pesca. Il prodotto è rappresentativo del mio gusto per la sperimentazione di tecniche e tecnologie applicate in maniera inusuale e trasversale in settori agli antipodi tra loro, in questo caso illuminazione e sport. Nel 2001 Mite è stata premiata con il Compasso d’Oro ADI e quindi, nel 2021, abbiamo ritenuto che il ventennale meritasse un’adeguata celebrazione, così come il suo carattere iconico e senza tempo. Così è nata Mite Anniversario, migliorata nella parte illuminotecnica con un nuovo sistema di schede LED che migliora la luce con una più ampia distribuzione luminosa nell’ambiente e una completa illuminazione del diffusore, aumentando l’efficienza e diminuendo il consumo allo stesso tempo.

03 Making Of Light Etica Progettuale Foscarini Tress
04 Making Of Light Etica Progettuale Foscarini Tress

Parlando di ombre cinesi non si può non citare ‘Tress‘. L’intreccio della resina, di passo e inclinazione differente, crea un equilibrio tra i vuoti e i pieni restituendo un particolare effetto di luce/ombra. Che valenza ha questo rapporto fotometrico in un corpo luminoso e nello spazio che lo ospita?

In effetti il motivo ad intreccio che caratterizza la lampada e che funge contemporaneamente da struttura, decoro e schermatura, crea un gioco simpatico di pieni e vuoti, luci e ombre. Anche in questo caso si tratta di materiale composito, una fettuccia di fibra di vetro annegata nella resina, avvolta casualmente di intorno ad un rocchetto. Il risultato è una struttura sufficientemente stabile e con un piacevole effetto materico. La massima pulizia formale si è poi ottenuta facendo scomparire il cavo conduttore all’interno della struttura ad intreccio, ottenendo una struttura completamente vuota all’interno, senza le infrastrutture tipiche dei corpi illuminanti nonostante la presenza di due sorgenti luminose separate, una emozionale in posizione inferiore che illumina l’interno e sottolinea la presenza grafica dell’intreccio, e una funzionale superiore proiettata verso il soffitto.

05 Making Of Light Etica Progettuale Slamp Lafleur

Sembra seta o un tessuto vellutato che accarezza e coccola lo sguardo. In realtà ‘LaFleur’ è costituita di un tecnopolimero indissolubile, il Lentiflex. Ci racconta cosa l’ha guidata nella scelta del materiale e di come abbia scolpito, manualmente, questo fiore luminoso?

Il Lentiflex® non è una mia scelta ma una delle specialità di Slamp, che utilizza questo materiale insieme ad altri tecnopolimeri con expertise consolidata. Lafleur è una delicata lampada da tavolo a batteria ricaricabile che nasce scaldando il Lentiflex® a temperatura controllata per poi essere modellato letteralmente a mano dalle esperte “sarte della luce” di Slamp fino a dar vita alla corolla del fiore, creando quasi pezzi unici, mai perfettamente identici tra loro.‎ Lo stelo in rame consente alla corolla di essere malleabile e muoversi. La lampada ha una base magnetica e viene fornita con un’ancora metallica in omaggio, da posizionare sotto la tovaglia per una perfetta mise-en-place.

Domanda fintamente minimal: che cos’è per lei il Design?

L’attività per la quale un progetto è concepito con armonia fra forma e funzione, con il costo di produzione adatto a porre il prodotto nella corretta fascia di mercato per cui è nato, consentendo allo stesso tempo il corretto margine all’impresa che lo produce. A tutto ciò oggi va aggiunto il valore della sostenibilità non più procrastinabile. Quindi il design come valore assoluto forse non esiste più, esiste il buon design o il cattivo design.

(immagini courtesy: Sadler associati)