– COMPASSO D’ORO –

Inizia il nuovo millennio

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Il primo gennaio 2001 ha inizio il XXI secolo e il Terzo Millennio. A Milano prende il via il XIX Compasso d’oro, un’edizione curiosa di scoprire cosa ci porterà l’imminente nuovo secolo. La Giuria era composta da personaggi mitici quali Filippo Alison, François Burkhardt, Omar Calabrese, Francisco Jarauta, Marie-Laure Jousset, Maurizio Morgantini ed Erik Spiekermann. L’undici settembre, invece, ha inizio un’altra Era, ma di questo ne parlerà la Storia. Qui ci interessa la storia minuta, in particolare quella del design e delle sue innovazioni.

Making of Light - MayDay_1_Archivio fotografico Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro
Making of Light - 03_Tite_3_Archivio fotografico Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro

Come è stato detto è un Compasso all’insegna della curiosità e che vuole scoprire le forme che il nuovo Millennio porterà con sé e cosa diventerà imprescindibile. Qualcosa già si intuisce dalle motivazioni della Giuria, dalle quali emerge una consapevolezza circa una “conquista progressiva di una maggiore coscienza e formazione nella teoria e nella pratica del progetto […] appare inoltre evidente la tendenza della cultura del design sia verso l’applicazione di materiali innovativi e tecnologie complesse, sia nella direzione di nuove aperture produttive e distributive”. E le tre vincitrici per l’illuminazione incarnano questa direzione. May Day per lo stampaggio di nuovi materiali plastici (talcoprene®), Tite e Mite per l’impiego di fibra di vetro/carbonio e Kevlar ®, infine Saturno che reinventa una tipologia consolidata. Di seguito le motivazioni per i tre prodotti vincitori.

May Day

Flessibilità d’uso per le infinite e facili possibilità di collocazione in interni ed esterni. Sostenuta economicità e valida ricerca formale per l’impiego di componenti in gran parte già esistenti in produzione, che attualizza nella propria configurazione contenuti già sperimentati nelle preesistenti tipologie.

Mite e Tite

Innovazione tecnologica nell’utilizzo di un materiale appositamente progettato, facilità di manutenzione e pulizia, leggerezza e conformazione caratterizzano un oggetto di grande semplicità e dal design essenziale per espressività estetica nella risposta funzionale.

Saturno

Testimonia, tra le prime soluzioni tipologiche, il ruolo del valore espressivo segnaletico affidato a un’armatura di illuminazione per esterno in grado di integrare il ruolo primario funzionale della luce stradale armonizzandolo in rapporti e misure adeguati al paesaggio.

Making of Light - 01_MayDay_3_Archivio fotografico Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro
Making of Light - MayDay_2_Archivio fotografico Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro

Konstantin Grcic descrive May Day (Flos, 2000) con termini un po’ insoliti ma assolutamente centrati: “Ho progettato la lampada May Day per essere uno strumento. Ha una pratica maniglia che incorpora l’interruttore On/Off e due picchetti per avvolgere il cavo lungo 5 metri. Il grande gancio all’estremità della maniglia è utile per installare la lampada ovunque. Il grande imbuto bianco è allo stesso tempo riflettore e protezione. May Day è stata progettata per nessun luogo in particolare. Piuttosto è utile in tutti i tipi di situazioni attese/inaspettate: ne ho uno accanto al letto per la lettura a tarda notte. Un’altra è vicina alla mia porta d’ingresso … non si sa mai”. Tecnicamente May Day è sviluppata usando un innovativo materiale plastico per il manico, il talcoprene ® nato dalla ricerca sui nuovi copolimeri. Si tratta di un polipropilene caricato con talco, perfetto per “applicazioni che operano in varie condizioni termiche e sono stati progettati per offrire un’elevata stabilità dimensionale combinata con buone proprietà meccaniche ed estetiche” (fonte: http://www.softergroup.com/it/talcoprene_pptalc). Questo prodotto è ideale per assorbire il calore generato dal portalampada di May Day, nel 2000 era una comune lampadina E27 (aggiornata con: 1 x LED 8W E27 740lm 3000K Dimmer – 1 x LED 8,5W E27 806lm 2200-2700K Dimmer). Oggetti come la May Day rispecchiano l’approccio umanista del design contemporaneo evidenziato nella relazione della Giuria. Un approccio secondo il quale il design è visto come un “linguaggio strutturale all’interno di contesti d’uso, come fattore importante di equilibrio sociale, di compatibilità ambientale e processi produttivi che mettono sempre al centro l’uomo: l’umanizzazione della tecnologia, l’azione della misura estetica di cui si nutre costituiscono condizioni fondamentali del design contemporaneo”.

Making of Light - 02_Mite_02_Archivio fotografico Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro
Making of Light - Mite_01_Archivio fotografico Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro

La seconda premiata è la famiglia Mite e Tite disegnata da Marc Sadler e prodotta da Foscarini. Mite è realizzata accoppiando un foglio di fibra di vetro con un filo carbonio o Kevlar ® avvolto attorno a un’anima in metallo, che ruotando velocemente su sé stessa dà vita alla lampada. L’anima è funzionale alla creazione dell’involucro striato, bianco/nero per il carbonio o nero/giallo per il Kevlar ®, al corpo lampada viene poi fissata una base in acciaio nichelato. All’interno è fissata un’asta che in sommità regge la sorgente completa di parabola e cornice in acciaio (LED retrofit o alogena 150W). La stessa tecnologia è stata impiegata per la realizzazione di Tite, una sospensione di dimensioni più contenute (115 cm rispetto a 185 cm). In queste lampade, come suggerito dalla Giuria, “appare inoltre evidente la tendenza della cultura del design sia verso l’applicazione di materiali innovativi e tecnologie complesse, sia nella direzione di nuove aperture produttive”. Sadler e Foscarini, seguendo queste “nuove direzioni produttive” hanno continuato a sviluppare la tecnologia del filo di carbonio, o Kevlar ®, con altre famiglie, capaci di reinterpretare tipologie consolidate come la sospensione o l’arco.

Making of Light - 04_Saturno_1_Archivio fotografico Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro
Making of Light - Tite_2_Archivio fotografico Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro

Emilio Ambasz ha disegnato Saturno per Ilva Pali Dalmine pensando ad “un traliccio verticale composto da elementi molto sottili che lo rendono un prodotto estremamente leggero, una presenza delicata e quasi trasparente sulla strada”. Questa armatura stradale in acciaio è qualcosa di completamente diverso da quelle solitamente impiegate per illuminare le nostre strade, Saturno ha una serie di accessori decorativi e funzionali che lo identificano. Le tre aste verticali e i sostegni della sorgenti lo rendono simile a un’antenna radio luminosa. Altro dettaglio che descrive Saturno sono i piccoli schermi rossi posti sulla cima del palo, lo stesso Ambasz ne racconta la funzione “Saturno è stato progettato non solo per illuminare la strada ma anche sé stesso. […] Gli schermi di diversi colori sono solitamente utilizzati per identificare i diversi quartieri della città o le prossime uscite o le stazioni di servizio. Saturno è altamente visibile, il che riduce al minimo il potenziale di incidenti stradali”. (fonte: https://www.ambasz.com/saturno-street-highway-lighting)
Questa volta la Giuria ha premiato “la consistenza variegata dei prodotti presentati” privilegiando l’aspetto dello sviluppo tecnologico, il carattere funzionale e umanistico dei prodotti. Quest’ultima è una qualità peculiare dei tre designer e del loro approccio al progetto.

(Tutte le immagini di prodotto: Archivio fotografico Fondazione ADI Collezione Compasso d’Oro)