– INTERVISTA COL DESIGNER –

Il buio è la mia tela, la luce è il mio inchiostro

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Marco Nozza

Scopriamo il magico mondo del light painting attraverso le pennellate di luce immortalate da Liliana Iadeluca, tra le prime donne italiane ad affermarsi nel Teatro.

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Tra le prime donne in Italia nelle vesti di ‘Capo tecnico della luce’ e responsabile di importanti produzioni in tournée nei più prestigiosi teatri dello stivale. In che modo si è rapportata con tale professione, prettamente di competenza maschile? Quali sono stati i successi?

Ho iniziato come “ragazzo di bottega” negli anni ’80 in un periodo in cui le maestranze femminili erano praticamente solo le sarte, ma la prima volta che sono entrata in palcoscenico ho capito da subito che quello sarebbe stato il mio luogo di lavoro per molto tempo. Ci sono arrivata un po’ per caso, come succede sovente alle cose più belle che ti capitano nella vita. Ho studiato al mitico DAMS di Bologna con professori del calibro di Umberto Eco, Luigi Squarzina, Claudio Meldolesi, Gianni Celati. Ma fu Gianni Polidori, docente di Elementi di scenografia che mi propose di provare al Teatro Stabile di Genova di cui in quegli anni era Direttore Tecnico. “Abbiamo bisogno di elettricisti” mi disse, ed io mi buttai. Ho imparato pian pianino – all’epoca non c’erano corsi che ti preparassero tecnicamente – bisognava farlo sul campo: iniziai a “rubare con gli occhi” ed anno dopo anno mi davano compiti sempre più importanti. Finché un giorno l’allora Direttore Ivo Chiesa mi promosse “capo elettricista di compagnia”, un ruolo di grande responsabilità, anche pesante dal punto di vista fisico e lavorativo: le compagnie teatrali dell’epoca giravano con 3- 4 TIR di materiale tra scenografia, luci, audio e costumi. Dovevamo montare tutto in un giorno e mezzo e all’apertura del sipario doveva essere tutto perfetto: per quanto mi riguarda dai 100 ai 150 proiettori (alogeni) montati e puntati a 7-8 metri di altezza per poi seguire lo spettacolo con la consolle luci senza sbagliare neanche un effetto. E’ una grande soddisfazione da parte di tutti i tecnici lavorare per uno scopo unitario e vedere che alla fine funziona tutto alla grande! Devo dire che la maggior parte dei colleghi con i quali ho condiviso allestimenti e tournée mi hanno sempre stimato e rispettato e negli anni ho insegnato il mestiere a colleghi più giovani. Altre soddisfazioni sono arrivate quando ho iniziato a firmare le mie luci e creare una drammaturgia della luce col mio stile personale. Posso dire che il mio maestro delle luci è stato il lighting designer Sergio Rossi che lavorava con un approccio artigianale. A ripensarci all’epoca non me ne rendevo conto, ma tutto ciò mi ha permesso di fare da apripista a molte ragazze che si sono avvicinate e a questo mestiere negli anni a seguire. Uno spettacolo a cui tengo molto è “L’Operina della Luce (la fisica della luce spiegata ai bambini e non solo)” ideato da me e dal Maestro Andrea Basevi, che ne ha composto le musiche, con il testo di Roberto Piumini. Lo spettacolo è diventato anche un progetto editoriale che contiene, in coda al testo, schede di esperimenti da fare con la luce.

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03 Making Of Light Il Buio è La Mia Tela, La Luce è Il Mio Inchiostro Spettacolo Paesaggi Perduti

Che cosa vuol dire essere Direttore Tecnico di un teatro?

Il Direttore Tecnico di un teatro ha la responsabilità non solo del palcoscenico, ma di tutti gli spazi che lo compongono (compresi laboratori, sala e camerini). Inoltre deve gestire le maestranze e organizzare il lavoro dei tecnici e dei facchini, confrontando schede tecniche che arrivano dalle Compagnie teatrali che verranno a fare lo spettacolo nel Teatro. Agli inizi degli anni ’90 ho fatto una bella esperienza all’ex Teatro Margherita di Genova, un grande teatro da 2000 posti, che in quegli anni ha ospitato spettacoli musicali molto importanti con protagonisti d’eccezione come Liza Minnelli, Barry White e i Pooh: può venir da ridere, ma l’impianto luci del complesso italiano era veramente mastodontico, sovradimensionato. Tutta l’organizzazione e la responsabilità passa dal Direttore Tecnico che a volte amministra anche il materiale necessario al funzionamento del Teatro.

04 Making Of Light Il Buio è La Mia Tela, La Luce è Il Mio Inchiostro Totem Azimut 2
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06 Making Of Light Il Buio è La Mia Tela, La Luce è Il Mio Inchiostro Galleria Moncada, Roma
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Le espressioni della luce nell’arte, architettura, scenografia urbana e teatrale si fondono nello studio Archiluce Lighting Design. Quale progetto e collaborazione le ha suscitato particolare emozione e soddisfazione?

Lo studio Archiluce Lighting Design è nato dalla partnership con Jean-Claude Asquiè, lighting designer francese che aveva lavorato per molti anni anche con Maurice Béjart, il più grande coreografo dell’epoca. Ci incontrammo all’inizio degli anni ’90 ai Balletti di Nervi e aveva un approccio professionale molto diverso da quello italiano. Abbiamo iniziato a mettere le nostre competenze a disposizione di musei e studi di architettura portandoci dietro un bagaglio artistico personale e affinando abilità in ambiti diversi nel rispetto delle normative illuminotecniche. La luce è trasversale e abbraccia molti campi di espressione per questo sono molti i lavori di cui essere orgogliosi anche perché in linea di massima riuscivamo a creare uno stile particolare nei vari progetti. Per l’illuminazione delle opere d’arte mi vengono in mente le molte mostre che abbiamo affrontato. Nel 1995, per il cinquantesimo dalla Liberazione, a Palazzo Ducale di Genova per “Arte della Libertà” abbiamo illuminato 400 opere tra cui Picasso, Chagall, Klee, Grosz, Dix e molti altri, riuscendo a svecchiare il materiale a disposizione assolutamente non adatto e allestito quasi in maniera casuale, ridando dignità alla fruizione corretta delle opere. Sono poi seguite molte mostre ed esposizioni in spazi pubblici come la grande mostra su Futurismo sempre a Palazzo Ducale, allestimenti di Musei e gallerie private. All’epoca le sorgenti erano ancora a incandescenza e i corpi illuminati molto meno performanti di adesso, ma si riusciva a lavorare con correttezza tecnica e normativa.  L’Acquario di Genova lo abbiamo “ereditato” senza una vera filosofia luminosa, per lo più con materiale di base; negli anni abbiamo progettato diversi ambienti e creato anche una visita notturna (Acquario sotto le stelle nel 2000) cercando di imitare la luce nella luna per illuminare le vasche. Lo Studio Archiluce si è aggiudicato bandi collaborando con studi di architettura per la progettazione illuminotecnica alcuni dei quali li ho portati avanti progettando in tandem con la WIL Stefania Toro della quale sono stata relatrice di tesi, e che ora per alcuni aspetti ha superato la maestra e ne sono molto fiera.

08 Making Of Light Il Buio è La Mia Tela, La Luce è Il Mio Inchiostro Silhouettes Luminose
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Dall’Accademia delle Belle Arti di Brera al DAMS di Imperia – appartenente alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Genova – insegna Light Design e l’illuminotecnica. Come si approccia per formare i lighitng designer e i direttori artistici del futuro?

Attualmente sono di ruolo all’Accademia di Belle Arti di Palermo. Per quanto mi riguarda insegnare “il mondo della luce” oltre che un lavoro è soprattutto una missione. Mi dà entusiasmo poter insegnare ai giovani ciò che ho iniziato ad imparare alla loro età. Mi piace far scoprire il mondo della luce non solo dal punto di vista tecnico, ma anche emotivo. Praticando il light design per lo spettacolo da circa 40 anni posso portare il mio know how nelle aule mostrando diverse tipologie di spettacoli ed entrando nel vivo della progettazione. Dopo le basilari note teorico/pratiche sulla fisica della luce, già dalle prime lezioni imposto esercizi e focus sull’osservazione della luce, perché solo imparando ad osservare, gli studenti si possono, in seguito, approcciare alla progettazione: luce naturale e artificiale, luce della scena, ma anche osservazione dei maestri della pittura da Caravaggio a Hopper. Nelle aule accademiche ho sempre chiesto di avere a disposizione strumenti illuminotecnici e di pilotaggio per poter “toccare con mano” la luce: movimentarla, dirigerla, colorarla, creare effetti, anche se con materiale basilare è quello che chiamo “Palestra della luce”, cioè un laboratorio continuo dove potersi esercitare e vedere da vicino come la luce possa cambiare aspetto, colore, atmosfera di un soggetto. Se poi riesco ad avere a disposizione anche materiale scenotecnico come fondali in PVC o tulle si possono creare mondi e raccontare storie attraverso la luce. Se si tratta di illuminotecnica teatrale li preparo attraverso l’analisi di un testo da mettere in scena per confrontarsi con la drammaturgia della luce; nell’ambito del light design lavoriamo su installazioni artistiche luminose sulla base, ad esempio, dei 7 vizi Capitali. In alcuni casi lavoriamo sulla direzione della fotografia per video e cortometraggi. C’è da restare a bocca aperta per i lavori che alcuni di loro mi presentano all’esame …

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E fondatrice dell’Associazione culturale ‘In Forma di luce’ per la divulgazione della cultura della luce. Ci anticipa, se può, i prossimi eventi?

L’Associazione è stata fondata in occasione di eventi organizzati per M’illumino di meno, la Giornata del risparmio energetico promossa dalla trasmissione radiofonica Caterpillar di RAI Radio2 e che ci ha sempre dato visibilità proprio per l’originalità delle installazioni artistiche collettive che abbiamo creato. Da qualche anno è in letargo, ma non è detto che prossimamente riprenda l’attività.

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13 Making Of Light Il Buio è La Mia Tela, La Luce è Il Mio Inchiostro Coloriamo Il Cielo

Il Light Painting è a tutti gli effetti considerata una forma d’arte. In cosa consiste la sua personale ricerca artistica-espressiva? Come ci si avvicina per conoscerla e maneggiarla? Quali sono le responsabilità nel diventare ambasciatrice di L.P.W.A Light Painting World Alliance?

Il light painting sfrutta la tecnica fotografica della lunga esposizione per catturare la luce in movimento. Io non sono una fotografa e baso la mia ricerca sulla parte performativa della luce costruendo strumenti che diventano i miei “pennelli luminosi” per dipingere nell’oscurità: “il buio è la mia tela, la luce è il mio inchiostro”. Ho sperimentato quasi tutte le tipologie e gli stili, creato laboratori per grandi e bambini (ad esempio al Festival della Scienza di Genova ho partecipato a 5 diverse edizioni con altrettanti laboratori uno diverso dall’altro). Ho portato il light painting sul palcoscenico per spettacoli e reading (nel 2015 quello dedicato a Pier Paolo Pasolini fu il primo assoluto in Italia). Nel 2021 è uscito il primo libro italiano sulla materia edito da Dino Audino Editore “Light Painting –Tecniche di base per dipingere con la luce”. Scrivere questo libro/manuale per me è stata una necessità: far conoscere il light painting in Italia ed elevarlo ad una forma d’arte. Oltre alla storia dei pionieri ed i primi artisti che si sono cimentati (tra cui Picasso e Man Ray), nel libro si trovano anche box tutorial per costruire strumenti (pennelli luminosi) o per seguire tutti gli steps e creare, così, le varie tipologie di stili e di tecniche con risultati sorprendenti. Per iniziare non serve un’attrezzatura professionale e lo stupore delle immagini che si creano è sempre grande. L.P.W.A. Light Painting World Alliance raccoglie light painters da tutto il mondo, alcuni dei quali conosciuti durante il Meeting di Roma nel 2017 dove abbiamo creato delle immagini collettive spettacolari. Fare parte di questa realtà ed essere riconosciuta a livello internazionale per la divulgazione del light painting mi ha dato grandi soddisfazioni. Sono stata curatrice di mostre per incentivare il lavoro degli studenti che ho incontrato sul mio cammino, alcuni dei quali hanno discusso tesi proprio su questa materia; questo mi è valso recentemente l’ingresso tra i soci della sezione italiana di AICA (Association Internationale des Critiques d’Arts) https://aicainternational.news/aica-italy/ .

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Ci condivide i progetti (anche futuri), le sue emozioni e i ricordi che le arrivano pensando a ‘International Day of Light’.

IDL, promossa dall’UNESCO, è un’occasione per celebrare la luce in tutti i suoi aspetti. In tutto il mondo si organizzano conferenze sulla luce prevalentemente dal punto di vista scientifico divulgando ricerche e successi. Finora ho sempre preferito creare eventi collettivi per festeggiare insieme con manifestazioni artistiche legate al light painting: studenti e light painters di tutta Italia si sono messi in gioco per rendere omaggio alla luce in un modo originale, partecipato e giocoso. Il prossimo anno vorrei partecipare con un seminario sulla Drammaturgia della luce che ha già preso vita nel 2021 attraverso un ciclo di conferenze e si concluderà nel 2023 con la pubblicazione di tutti gli interventi dei lighting designer teatrali, d’Opera e di eventi e degli storici del teatro che ho invitato, per un confronto tra il vecchio e il nuovo che avanza.

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Infine, in che modo riesce a conciliare i molti impegni della professione, quelli di Women in Lighting con l’attività di mamma?

Sono molto orgogliosa di far parte delle Women in Lighting e portare le mie esperienze all’interno del gruppo. Devo dire grazie alla nostra ambasciatrice Giorgia Brusemini per avermi voluta nel team. Per molti anni mi sono sentita sola nella professione del lighting design, ma questa realtà in cui si condivide e si fa network attraverso la luce è una cosa nuova per me che vivo con molto entusiasmo. Come la maggior parte delle mamme sono multitasking ed in ogni caso ho cercato di dare a mia figlia gli strumenti per prendere in mano la sua vita e camminare con le proprie gambe. E fortunatamente (per lei) così è stato. Dalla fine del liceo ha preso il volo all’estero. Siamo molto legate e le nuove tecnologie accorciano un po’ le distanze. 

(foto courtesy: https://www.lilianaiadelucalightpainting.com/ )