La mia prima icona

Eclisse (Vico Magistretti, Artemide 1965) è entrata in casa trentacinque anni fa, è stato il regalo inaspettato che mi ha aperto al mondo del design e, mi piace pensare, ha portato alla scelta di essere architetto. Da allora mi ha seguito nei diversi traslochi, ha preso qualche botta e la calotta interna, oltre a scottare, è un po’ ballerina ma è sempre bella. Come scrissi in un vecchio articolo sulla rivista Luce, Eclisse è figlia di “una visione del mondo in cui tutto era semplicemente meccanico: l’otturatore della macchina fotografica, il registratore a cassette o la Ducati, un periodo in cui ogni oggetto aveva un confortante click analogico di conferma”.

Montaggio. Non ci fu un vero montaggio, fu più un antenato dell’attuale unboxing. A più di trent’anni c’è il ricordo, un po’ sfumato, di una scatola cubica nera e rossa che col senno di poi, colpevolmente, non posseggo più. Una volta inserita la sorgente, un piccolo bulbo E14 a incandescenza dalla bellissima luce calda che, una volta accesa, è entrata in servizio illuminando le pagine delle letture serali o degli estenuanti ripassi preesame. In finitura nero lucido, con calotta interna in bianco opaco, si è sempre facilmente integrata perfettamente con gli essenziali arredi di casa.

Accensione/spegnimento. L’interruttore rompitratta è nero e bianco, in questo caso specifico perfettamente coordinato alla lampada. Come abbiamo visto, la sorgente era una semplice E14 a incandescenza recentemente cambiata con una E14 LED dalla luce altrettanto calda (2700 K) che si riflette sul comodino Kartell perfettamente trasparente. Con l’inimitabile, e scottante, possibilità di regolazione della luce, le foto e i quadri che compongono quell’angolo della camera possono godere di diverse intensità luminose, un gioco fatto di chiaroscuri e contrasti.

Uso. Nel 1967, alla consegna del Compasso d’Oro, venne letta una motivazione che tutto racchiude. “La Commissione stima che l’oggetto presentato abbia la doppia qualità di un alto valore progettistico-estetico e di una possibile diffusione di massa. Sottolinea inoltre la novità nella soluzione tecnica che, attraverso un semplice movimento a schermo rotante, gradua l’intensità dell’erogazione luminosa”. Righe profetiche quelle enunciate dalla Giuria, da cinquantacinque anni Eclisse è rimasta pressoché immutata, eccezion fatta per un piccolo aggiornamento tecnologico, l’aggiunta di una ghiera interposta tra le calotte per la regolazione del flusso luminoso. Soluzione perfetta dal punto di vista funzionale, forse un po’ meno da quello affettivo. Scottarsi le dita, ne sono assolutamente convinto, era parte integrante del progetto di Vico Magistretti.