– COMPASSO D’ORO –

Oluce e Artemide vs Pink Floyd e Beatles

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Anni, come il 1967, sono stati ricchi di avvenimenti artistici e culturali, anticamera di quella rivoluzione sociale che sarà il 1968. A Montreal si svolse l’Expo 67, composto da 90 padiglioni tematici che rappresentavano le nazioni, le società e le industrie, fra i quali c’era la celebre cupola geodetica di Richard Buckminster Fuller. In quell’occasione venne realizzato anche Habitat 67, il quartiere disegnato dall’architetto Moshe Safdie, tuttora abitato. Sempre nel 1967, a Milano, si svolse la nona Edizione del Compasso d’oro ADI, tra gli altri vinsero due lampade, ancora oggi pezzi imprescindibili del design contemporaneo: Eclisse di Vico Magistretti per Artemide e Spider di Joe Colombo per Oluce.

In quell’anno vennero pubblicati anche due tra i più importanti dischi del Novecento: S.gt Pepper Lonely Heart Club Band (The Beatles) e The piper at the gates of dawn (Pink Floyd). Entrambi cambiarono il modo di scrivere la musica, generando nuovi generi e innumerevoli eredi. Il primo è considerato uno dei capolavori dei Beatles nonché uno tra i dischi più importanti del ventesimo secolo, difficilmente riconducibile a un singolo genere musicale. Il secondo è considerato fra gli album che hanno maggiormente influenzato la musica psichedelica ed è l’unico album realizzato sotto la direzione di Syd Barrett.

La Giuria della nona edizione era composta da nomi illustri quali: Aldo Blasetti, Felice Dessi, Gillo Dorfles, Tomàs Maldonado, Pio Manzù e Edoardo Vittoria. Nelle motivazioni che accompagnarono l’assegnazione si leggono le qualità intrinseche delle due lampade. Per Eclisse “alto valore progettistico-estetico e di una possibile diffusione di massa” e così è stato. Per Spider “risolve il problema della illuminazione da tavolo, da parete e da soffitto con un identico elemento illuminante” ovvero le variazioni dell’identità. Di seguito le motivazioni complete della Giuria.

In quell’anno vennero pubblicati anche due tra i più importanti dischi del Novecento: S.gt Pepper Lonely Heart Club Band (The Beatles) e The piper at the gates of dawn (Pink Floyd). Entrambi cambiarono il modo di scrivere la musica, generando nuovi generi e innumerevoli eredi. Il primo è considerato uno dei capolavori dei Beatles nonché uno tra i dischi più importanti del ventesimo secolo, difficilmente riconducibile a un singolo genere musicale. Il secondo è considerato fra gli album che hanno maggiormente influenzato la musica psichedelica ed è l’unico album realizzato sotto la direzione di Syd Barrett.

La Giuria della nona edizione era composta da nomi illustri quali: Aldo Blasetti, Felice Dessi, Gillo Dorfles, Tomàs Maldonado, Pio Manzù e Edoardo Vittoria. Nelle motivazioni che accompagnarono l’assegnazione si leggono le qualità intrinseche delle due lampade. Per Eclisse “alto valore progettistico-estetico e di una possibile diffusione di massa” e così è stato. Per Spider “risolve il problema della illuminazione da tavolo, da parete e da soffitto con un identico elemento illuminante” ovvero le variazioni dell’identità. Di seguito le motivazioni complete della Giuria.

Lampada da tavolo “Eclisse”
La Commissione stima che l’oggetto presentato abbia la doppia qualità di un alto valore progettistico-estetico e di una possibile diffusione di massa. Sottolinea inoltre la novità della soluzione tecnica che, con un semplice movimento a schermo rotante, gradua l’intensità dell’erogazione luminosa.

Lampada “Spider”
La Commissione apprezza in tutta la serie la semplicità e la fungibilità del prodotto, che risolve il problema della illuminazione da tavolo, da parete e da soffitto con un identico elemento illuminante, attraverso facili modulazioni del sostegno.

Entrambe sono lampade da tavolo, la seconda declinabile altrimenti, che rileggono e ribaltano il tema della classica abat-jour a paralume conico. Eclisse è composta da due sfere sovrapposte e da una interna, più piccola, che serve a regolare la luce. Un oggetto luminoso che è stato amato subito da tutti, nonostante l’effetto di “scottante sorpresa” intrinseco. “Nel progetto originale è ammesso che la “regolazione” della semisfera interna avvenga toccando direttamente la medesima (realizzata in metallo), dunque provocando a volte pericolose scottature. [Nel 1999] Si modifica dunque il progetto senza stravolgere il design e si introduce la ghiera di regolazione che fa “ruotare” la semisfera interna senza che si raggiungano temperature pericolose per l’utilizzatore. L’ adeguamento porta l’apparecchio a poter essere riproposto sul Mercato “azzerando” i rischi dovuti ad un utilizzo improprio” (fonte: Artemide). Questa soluzione, richiesta seguendo le indicazioni della Quarta Edizione della Norma Generale Europea CEI EN 60598-1 (General Requirements and Tests), certamente elimina un rischio, ma anche l’effetto sorpresa, voluto in ogni prodotto di Vico Magistretti.

Questa piccola lampada era tra gli oggetti tra i più cari dal maestro milanese, ma Magistretti non amava molto essere incasellato o riconosciuto solo per essa, tanto che in un’intervista affermò che: “Eclisse senza alcun dubbio ha avuto molto successo, troppo direi; è così diventata di dominio pubblico che ha cessato di essere mia. Per questo motivo non mi piace più, forse perché non mi piace essere identificato attraverso un solo oggetto” (Casamica 1974 – fonte Fondazione studio museo Vico Magistretti). E come dargli torto vista la produzione successiva di oggetti, forse meno noti al grande pubblico, ma altrettanto innovativi. Come la bellissima sedia Carimate (De Padova) o la lampada da tavolo Tikal (Fontana Arte). Questi ultimi oggetti ed Eclisse hanno una bellezza unitaria e una particolare, che risiede nei “dettagli [questi] sono la cosa più facile, è molto più difficile fare qualcosa che desideri esprimere aiuto […] credo che Eclisse sia abbastanza bella perché tenta di esprimere qualcosa di utile come il condizionamento della luce”. (DDN n.59 1998 annual – fonte Fondazione studio museo Vico Magistretti).

Questa piccola lampada era tra gli oggetti tra i più cari dal maestro milanese, ma Magistretti non amava molto essere incasellato o riconosciuto solo per essa, tanto che in un’intervista affermò che: “Eclisse senza alcun dubbio ha avuto molto successo, troppo direi; è così diventata di dominio pubblico che ha cessato di essere mia. Per questo motivo non mi piace più, forse perché non mi piace essere identificato attraverso un solo oggetto” (Casamica 1974 – fonte Fondazione studio museo Vico Magistretti). E come dargli torto vista la produzione successiva di oggetti, forse meno noti al grande pubblico, ma altrettanto innovativi. Come la bellissima sedia Carimate (De Padova) o la lampada da tavolo Tikal (Fontana Arte). Questi ultimi oggetti ed Eclisse hanno una bellezza unitaria e una particolare, che risiede nei “dettagli [questi] sono la cosa più facile, è molto più difficile fare qualcosa che desideri esprimere aiuto […] credo che Eclisse sia abbastanza bella perché tenta di esprimere qualcosa di utile come il condizionamento della luce”. (DDN n.59 1998 annual – fonte Fondazione studio museo Vico Magistretti).

Spider, disegnata da Joe Colombo, è un oggetto d’ispirazione automobilistica. Una carrozzeria che si adegua al motore sottostante, una lampadina in questo caso. Come viene rilevato dalla Giuria Spider “risolve il problema della illuminazione da tavolo, da parete e da soffitto”. Joe Colombo disegna una testa luminosa sostenuta da un esile stelo in metallo, un semilavorato di produzione industriale, che a seconda della lunghezza cui è sezionato, e dell’abbinamento alle diverse basi, risponde a esigenze compositive differenti.

La grande serie aveva sempre affascinato il designer milanese e della quale scriverà: “Io do un’importanza estrema allo studio di un oggetto per la produzione in serie, alla sua progettazione tecnica e alla scelta dei materiali, cercando di semplificare quello che dovrà essere il processo industriale di fabbricazione. Questi sono gli elementi che per primi determinano la forma di un oggetto” (fonte: ©IF-Studio Joe Colombo).

Un manifesto che Colombo porterà avanti lungo tutta la sua breve carriera, incentrata sulla ricerca continua e analitica del rapporto uomo/oggetto e uomo/spazio. “La mia professione mi ha impostato alla ricerca analitica attorno agli oggetti da produrre in serie, sia i più piccoli come i più grandi. Dare una forma per mezzo del disegno ai prodotti che l’industria crea in serie, significa innanzitutto disegnare obiettivamente l’oggetto per l’uso o l’impiego che è destinato” (fonte: ©IF-Studio Joe Colombo).

Due oggetti, che oltre cinquant’anni fa hanno indicato una strada che il design della luce sta ancora percorrendo. Due riferimenti, che comunque si muovano le tendenze, rimarranno immutati e stimoleranno la creatività degli apprendisti designer.

(Disegno Eclisse: Fondazione studio museo Vico Magistretti – Archivio Vico Magistretti)

(Disegno Spider: ©IF-Studio Joe Colombo)

(Tutte le immagini di prodotto: Archivio fotografico Fondazione ADI Collezione Compasso d’Oro)