– INTERVISTE COL DESIGNER –

La nuova architettura milanese

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Abbiamo incontrato l’architetto Paolo Asti che ci ha raccontato, attraverso i suoi più recenti lavori, la sua relazione con la luce e di come questa giochi felice con la sua architettura.

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Milano Via Edison facciata angolare

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Milano Via Edison cortile interno

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Milano Via Moscova esterno da strada

Nei suoi lavori vi sono molti progetti di rigenerazione del Moderno, tra questi gli edifici ai in Corso Italia o in Piazza Edison, Via Moscova. Ce li racconta?

L’accezione Moderno comprende un panorama architettonico molto vasto. L’edificio in Corso Italia è del 1911 mentre quello di Piazza Edison è del 1940 realizzato su precisa volontà del Duce. Un altro edificio, che rientra nella categoria Moderno, è quello sito in Via Moscova 33 (appena terminato, n.d.r.) nel quale la luce ha giocato in maniera felice. Questo edificio è frutto della classica stratificazione milanese, i diversi livelli sono tutti ben visibili su questo edificio nato alla fine dell’Ottocento e trasformatosi durante il Novecento.

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Milano Via Moscova vista del piano attico

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Milano Via Moscova vista del cortile interno coperto

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Milano Via Moscova spaccato assonometrico

Come è stata studiata la luce all’interno di questi edifici storici? 

Generalizzando e cercando un comune denominatore nella mia progettazione, in termini di illuminazione direi che cerco una luce capace di esaltare le diverse caratteristiche architettoniche. Una luce che permetta una buona relazione con l’intorno, da qualche anno ci siamo orientati sull’utilizzo di sorgenti che illuminino in modo molto puntuale e quasi invisibile. Impieghiamo apparecchi che abbiano caratteristiche tecniche particolari, adatte per illuminare gli elementi architettonici primari della facciata. Disponiamo sull’edificio una luce primaria diffusa punteggiata da leggeri accenti su elementi e parti architettoniche che riteniamo fondanti e fondamentali, nel tentativo di uscire dal buio indifferenziato che caratterizza le fronti dei palazzi milanesi. Una tendenza che ha preso piede in questi ultimi dieci anni è quella di illuminare le facciate, tendenzialmente sugli immobili non vincolati, abbiamo visto che la Sovrintendenza ai Beni Culturali non apprezza molto questa scelta. Per i nostri progetti usiamo sorgenti LED sempre a 2700K in modo che l’impatto della luce sia molto morbido sulle murature, soprattutto quelle più decorate. L’impiego dei LED ci permette di avere una luce di grande qualità e non fastidiosa per l’immediato intorno. Un edificio troppo o malamente illuminato può generare un fastidio visivo importante per chi lo guarda e chi lo vive.

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Milano Via Ceresio 7 edificio e contesto

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Milano Via Ceresio 7 dettaglio di facciata

Sulla facciata di molti suoi edifici è presente una rigorosa griglia ortogonale. Una soluzione che permette di giocare con la luce naturale e artificiale. Come nasce? 

Non sono totalmente d’accordo, anzi a costo di essere provocatorio, è il contrario. I palazzi di Milano, storicamente, non sono mai stati illuminati. La tendenza ad illuminarli è nata in questi ultimi dieci anni. Per essere valida l’illuminazione deve essere sobria e poco impattante in termini di temperatura colore. La volontà di illuminare l’architettura è un fatto prettamente commerciale, un voler staccare ed esaltare il proprio edificio rispetto all’intorno. Ma è molto importante che questo stacco sia gradevole dal punto di vista architettonico e con una luce che esalti l’edificio, quello sì deve andare in continuità col tessuto urbano. La luce, in fondo, è una provocazione per dire: “guardatemi, sono più bello degli altri”.

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Milano Via Torino – Palla – Lupetta edificio e contesto

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Milano Via Torino – Palla – Lupetta dettaglio di facciata

Milano è una città ricca di stratificazioni architettoniche, ogni nuovo intervento deve relazionarsi con la storia che lo affianca, come in via Torino/Palla/Lupetta. La luce funziona da legante con il contesto? 

Questo discorso riguarda edifici con caratteristiche completamente diverse e con facciate nuove o costruiti ex novo come quelli realizzati per l’isolato via Torino/Palla/Lupetta o di via Ceresio 7. Questi sono edifici che si richiamano, nel loro disegno e nella loro complessità, ad una architettura estremamente regolare che prende origine dalla grande tradizione architettonica italiana che differenziava tra attacco a terra, fusto e coronamento. In entrambi i casi abbiamo lavorato sul fusto creando griglie differenti, nel primo caso (via Torino, n.d.r.) in pietra lavorata in maniera diversa tra montanti e traversi, nell’altro caso (via Ceresio, n.d.r.) con montanti e traversi in putrelle d’acciaio HEA che evocano la tradizione industriale di quella zona e che ritenevamo adatto a caratterizzarne la facciata. È evidente che su una maglia regolare di montanti e traversi con uno spessore importante dato dagli stessi, riteniamo questo dettaglio rilevante al fine di conferire maggior valore all’involucro edilizio, la luce su questi elementi lavora sempre in modo vincente. Se posizioniamo vicino al piede del montante una luce morbida, questa dona una ricchezza straordinaria all’edificio. In fondo, per la luce è questione solo di trovare il miglior posizionamento possibile e la temperatura colore corretta, allora il risultato è certo.

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Paolo Asti

Grazie alla tecnologia LED l’illuminazione è sempre più integrata con l’architettura. La luce segue l’architettura o viceversa?    

Nascono in contemporanea. Chiaramente la composizione e il disegno dell’architettura nascono prima, ma ormai la luce artificiale è diventata parte integrante della nostra vita quotidiana tanto che si può dire che nascano in simultanea. L’industria dell’illuminazione, soprattutto per esterni, ha sviluppato dei corpi illuminanti sostanzialmente invisibili nati dall’esigenza di inserirsi negli anfratti delle facciate in maniera tale che l’architettura diventi espressione di luce. Come si vede nascono in contemporanea, anche se il primato rimane sempre all’architettura e la luce rimane una delle sue componenti. Se, invece, parliamo di luce naturale, una buona architettura deve saperla interpretare. Gran parte dell’architettura decorata italiana è strettamente legata alla luce naturale e alle sue ombre, è un’architettura cangiante correlata ai movimenti solari. In questo gioco di ombre il decoro ha un ruolo importante, proprio in relazione al Sole, e mai fine a sé stesso. 

immagini courtesy: Asti architetti  

architetture: Stefano Gusmeroli 

ritratto: Andrea Cherchi