– INTERVISTE COL DESIGNER –

L’ombra è la nostra compagna

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Cercar di fare “solo qualche domanda” a Luca De Felice è praticamente impossibile. Quando inizia a raccontare cosa sono per lui il disegno e la materia si rimane piacevolmente impigliati in un’affascinante vortice di passione e parole. Quello che segue è un tentativo di trascrizione

  1. Ci racconti cos’è per te la luce e come ti piace usarla?
  2. Simposio Design progetta e realizza tutti i dettagli di un progetto. Avete creato un team esteso e sinergico. Ci spieghi l’idea fondante del network?
  3. Tra i tuoi progetti ci sono tre ville mediterranee e un appartamento in Russia, due luminosità naturali diverse. Come le hai interpretate? 
  4. Nel tuo progetto per la Private Spa la luce è protagonista. Pareti, inserti materici e volumi vetrati giocano a intercettarla e a dialogarci. Ce lo descrivi?
01 Making Of Light L’ombra è La Nostra Compagna Simp21 Luca Ph Stefano Pinci 3647
02 Making Of Light L’ombra è La Nostra Compagna Dettaglio Parete Mdp 17 1287

(domanda 1 -2)

Dal suo laboratorio/studio di Palestrina definito “la nostra roccaforte”, un appartamento all’interno di un palazzo appartenuto alla famiglia Barberini, Luca De Felice inizia il suo racconto partendo dal luogo in cui si trova. 

“Abbiamo scelto questo edificio per la sua luce, per il resto sono diverse problematiche di cantiere e di adeguamento alle nostre esigenze di un’idea di comfort completamente diverso”. L’esordio è già intrigante. “Per risolvere tutte le tematiche relative alla luce mi sono incontrato e confrontato con il proprietario, e amico, di NIR. Questa è un’azienda che si occupa della luce ad altissimo livello, preferiscono concentrarsi su sviluppo e ricerca più che sul singolo prodotto. Sono titolari di importanti brevetti e questo li ha portati a sviluppare soluzioni uniche. Con loro abbiamo lavorato sia sull’invisibilità dei corpi illuminanti sia sulla domotica. Per nostra fortuna, una volta ascoltato il progetto, se ne sono innamorati perciò sono sicuro che anche questa volta sarà un successo che andrà ad affiancarsi agli altri”. 

E fin qui un’introduzione consueta, canonica. Da questo momento in poi è un susseguirsi di collegamenti e rimandi, ininterrotto e veloce come può esserlo solo un processo mentale altamente creativo. Quasi impossibile da inquadrare nella rigida maglia dell’intervista Q&A.

03 Making Of Light L’ombra è La Nostra Compagna Simposio Design Mi Sym21 Sede 1407
04 Making Of Light L’ombra è La Nostra Compagna Simposio Design Mi Sym21 Sede 1564
05 Making Of Light L’ombra è La Nostra Compagna Simposio Design Mi Sym21 Sede 1767
06 Making Of Light L’ombra è La Nostra Compagna Simposio Design Mi Sym21 Sede 1943

(domanda 2)

Tutti i nostri progetti nascono da un’esigenza del cliente, dal voler dare una risposta alle sue richieste. Gli amici imprenditori che, con le loro aziende, hanno supportato i miei lavori hanno constatato che ogni nostro progetto era accompagnato da una grande risonanza mediatica e da un altrettanto grande apprezzamento del cliente. Tengo a sottolineare che non mi sono mai posto come filtro tra cliente e artigiano, ho sempre lasciato che si interfacciassero tra loro per lasciare che l’artigiano capisse meglio, senza filtri appunto, quale fosse la finalità del progetto. Ritaglio per me il ruolo di direttore. Queste realtà artigiane eccellenti, a loro volta dei collettori di materiali prodotti da aziende altrettanto eccellenti, sono diventati partner e a volte anche soci. Da questa unione è nato Simposio Design a Milano. Durante il periodo pandemico ero impegnato su un lavoro di circa 13.000 mq molto complesso e con un’interazione con la luce ben superiore che in altri progetti. A distanza mi sono confrontato con i miei collaboratori sul fatto che una così lunga pausa nella nostra carriera non capiterà più. Questa pausa è stata utile per costruire una nuova realtà in una città importante come Milano e portare un pool di nostre aziende in un unico spazio che è diventato Simposio Design. Questa si affianca alla nostra sede di Roma che a sua volta, a breve, si affiancherà ad una filiale negli USA. È un passo importante e complesso visto il periodo storico che stiamo vivendo. Da gennaio saremo impegnati in questa nuova avventura. 

Ti porto un esempio concreto di come operiamo. Siamo innamorati del vetro, lo usiamo per i nostri fini scenografici all’interno delle nostre architetture. Questo ci ha portato a scoprire delle tipologie che stanno scomparendo e che da tempo non vengono più utilizzate. Come un tipo di vetro impiegato negli anni Venti/Trenta sul quale venivano posate delle piume di gallina e poi passati all’interno dei forni. Le penne bruciando lasciavano la loro impronta sulla lastra creando delle texture magnifiche. Questo link mi permette di allacciarmi ad un progetto realizzato con un’importante azienda italiana del vetro per realizzare un tavolo, molto complesso e di grandi dimensioni. Con loro abbiamo realizzato una fusione in piano per un oggetto d’uso domestico e non industriale, ovvero un tavolo lungo 3,60 m nel quale abbiamo inserito delle resine naturali contenenti grandi quantità di lapislazzulo per una seconda fusione. In più, abbiamo convinto Platek a seguirci nell’illuminazione dell’ambiente in cui è stato inserito. Una volta portato a destinazione la lastra funzionava come una grande lente blu che, una volta illuminata da Platek e connessa alla domotica, ha invaso lo spazio e il pavimento con diverse sfumature d’azzurro e di blu che riprendono il mare che si frange a poche decine di metri. Con l’azienda ci siamo interrogati su quale fosse la luce corretta al manufatto, se dall’alto o dal basso, ci siamo posti su una via di mezzo. Durante il giorno lasciamo fare al Sole, mentre al calare della sera facciamo accendere il tavolo che riprende con i colori del luogo. Come vedi nei nostri progetti la luce è interiore, sembra sprigionarsi dall’oggetto stesso.

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08 Making Of Light L’ombra è La Nostra Compagna Spa Dsc 4928

(domanda 3- 4)

Luca De Felice nasce come appassionato di artigianato e come decoratore d’interni. La luce è entrata nella mia vita quando ho deciso di mettermi in proprio e quindi è diventato uno dei problemi che dovevo risolvere per i miei clienti. Il primo progetto che ho affrontato da solo è stato per una SPA privata in Siberia. (1800 mq – 6 mesi di lavoro – 318 persone coinvolte – 28 aziende coinvolte, n.d.r.) Il cliente mi ha messo subito davanti a una grande difficoltà: la luce naturale, che è bellissima in questa remota terra ai margini del mondo. Abbiamo progettato un edificio come fosse un tempio dedicato al benessere del corpo e dell’anima, lo abbiamo espanso verso l’esterno per far vivere le persone, che abiteranno questo luogo, il più possibile a contatto con la natura. E l’abbiamo fatto con grande rispetto, soprattutto nei riguardi della foresta e del fiume. Questo ci ha portato a fare prima un’operazione di conservazione e poi d’intervento, permettendomi di pensare con attenzione alla luce da inserire. Il fatto di lavorare con la materia stesa a mano, che cambia sia nel tempo che nel corso della giornata, la luce diventa fondamentale. Per la SPA abbiamo chiesto alle aziende fornitrici di ragionare su una luce che andasse in perfetto accordo con quella esterna, quindi creando un’illuminazione dinamica che seguisse il ritmo circadiano e che collaborasse con la luce esterna. Abbiamo progettato un luogo che, non solo fosse in armonia con il luogo, ma andasse ad illuminarsi lentamente durante il giorno e che arrivasse ad una luminosità equilibrata in tutti gli spazi. Unitamente a tutto questo l’illuminazione non doveva contrastare con la luminosità della sera. Ai confini con la Mongolia la notte è occupata dalle stelle e progettare in questi luoghi è stato un gioco di sottili equilibri. Altra cosa importante che ho voluto aggiungere è il tema dell’ombra. Quando noi progettiamo è importante riuscire a dare importanza a quei luoghi dove l’occhio trova più fatica e meno piacere, questo ha fatto sì che la luce indirizzasse il progetto.

Come vedi ho lavorato e progettato a latitudini differenti e con luci altrettanto diverse. Pensa alla luce che abbiamo dal mattino, e per tutto il pomeriggio, a Roma è incredibile, è un vero piacere viverla. Una cosa ben differente è quando si va a progettare in posti come San Pietroburgo o la Svezia. Luoghi in cui la luce diventa la priorità assoluta e per i clienti è un argomento delicato sul quale non vogliono scherzare, e neanche ironizzare. Sei mesi di buio sono importanti nella vita quotidiana e influiscono molto anche sull’umore. E Simposio Design ha sempre affrontato questa tema molto seriamente, impiegando delle sorgenti con una temperatura colore calda, lavorando sulle superfici e sugli oggetti. Realizzando molte cose su disegno possiamo scegliere la materia da utilizzare in modalità sinergica con la luce. Abbiamo sempre cercato la materia giusta con la luce corretta, questo ci ha permesso di scegliere l’azienda giusta per ogni progetto e di non “affiliarci” a nessun brand in particolare. Non disegniamo corpi illuminanti, ma scegliamo quelli più adatti ai nostri interventi. E in più facciamo conoscere all’estero designer e prodotti che altrimenti faticherebbero a conoscere. Questo ci ha portato a dover studiare la luce, il design è conoscenza.

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(domanda 4)

Vorrei ritornare al progetto per la SPA. In questo lavoro l’innesto tra architettura e luce è stato generato dall’ingresso, del quale abbiamo fatto un lungo prolungamento verso una bagna in legno, tipicamente siberiana. È una costruzione molto umile che da migliaia di anni viene usata dai russi, di ogni livello e ceto sociale, per il benessere del corpo. Abbiamo voluto mettere in asse la nuova costruzione con l’antico manufatto nel bosco, su questa direzione abbiamo costruito il lungo corridoio. Sul lato sinistro di questo passaggio abbiamo costruito le stanze di servizio, il lato destro, che affaccia sul fiume, è aperto con grandi vetrate e dialoga con il corso d’acqua e la luce riflessa dal fiume stesso. La lunghezza del corridoio, circa 46 metri, lo rendeva leggermente inquietante per la luce fortissima d’ingresso e la prospettiva estrema verso l’esterno opposto. Per risolvere questa sensazione abbiamo “lavato” lo spazio con un’illuminazione artificiale che rispettasse appieno la luce esterna. Abbiamo posizionato sensori e definito particolari regolazioni che simulassero la luce diurna, il risultato è stato eccellente, tanto che il soffitto sembra sfondato e lascia filtrare la luce esterna.  

Questi sono stati i primi approcci con la luce, ora il gioco si è fatto più complesso. E questo è dato dal fatto che dialoghiamo con aziende che si dedicano, anima e cuore, a ricerca e sviluppo. Esistono particolari situazioni in cui i grandi brand non ci sembrano “complete”. Mi spiego meglio con un esempio concreto. Stiamo producendo dei mobili con la sabbia dell’Etna che mi piace pensare solo illuminati da una luce naturale esterna, devono essere oggetti misteriosi, dei lapilli vulcanici. E questo ci ha portato a delle considerazioni su quale potesse essere la luce più adatta per illuminarli, considerando anche il fatto che questo materiale tende ad assorbire la luce e la riflette in una maniera totalmente inaspettata soprattutto quando è composto in forme regolari. Come è possibile ricreare la magia della colata lavica cui si accompagna? Questa domanda provocatoria per avere risposta deve essere poste all’azienda giusta, come NIR. Lavorando con loro siamo sempre riusciti a trovare le risposte giuste per illuminare i nostri ambienti.

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12 Making Of Light L’ombra è La Nostra Compagna Spa Jjb 1968

(domanda 3)

La bellezza di poter lavorare in diversi luoghi del mondo ci ha portato a scoprire delle luci incredibili ovunque. Abbiamo avuto la fortuna di poter lavorare dall’Africa sub equatoriale all’estremo Nord e di confrontarci con una luminosità di ambienti sempre differenti. Nelle nostre simulazioni ho sempre messo in evidenza il contrasto, un po’ caravaggesco, degli spazi.

13 Making Of Light L’ombra è La Nostra Compagna Spa Jjb 0734
14 Making Of Light L’ombra è La Nostra Compagna Spa Jjb 0645

(domanda 4)  

Ritorno ancora al progetto per la SPA. È stato un mix tra varie culture in cui noi facevamo questo gioco un po’ caravaggesco, in cui non si sa bene da dove arrivi la luce. Abbiamo fatto parzialmente uscire, verso l’esterno, il volume del camino realizzato in vetro di Murano. Abbiamo realizzato un volume che fosse illuminato sia dall’interno che dall’esterno. Quando il camino è acceso diffonde nell’ambiente una luce calda, ambrata a bassissimo voltaggio, mai invadente. L’edificio della SPA viene usata dal cliente anche come luogo di lavoro, per cui abbiamo voluto che questo spazio, con la sua luce calda, aumentasse l’empatia e la confidenzialità. Una cosa che mi ha colpito è che quando questo volume è acceso scatena nel fruitore, sono le parole del cliente, il ricordo dell’infanzia. Sono rimasto piacevolmente colpito nello scoprire l’effetto che le scenografie luminose dei nostri spazi hanno sulle persone.

(foto e disegni courtesy: Per Simposio Design foto di Stefano Pinci)