– METTERE IN LUCE –

Piccoli gioielli di architettura illuminata

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Andrea Calatroni

L&L Luce&Light illumina gli interni della capella della chiesa di San Cristinziano a Chieti, che grazie ad un preciso e attento lavoro di recupero è tornato allo splendore originario. Una meta insolita da scoprire e approfondire.

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Una larghissima parte del patrimonio culturale e architettonico in Italia, risorsa economica per il turismo e lo sviluppo del territorio, è composta da piccoli gioielli di inestimabile valore, come la chiesa di San Cristinziano a San Martino sulla Marruccina, in provincia di Chieti. Una meta di assoluto livello fuori da canonici e scontati itinerari turistici di massa. La Chiesa ha recentemente recuperato l’originario succorpo con funzione di cappella di preghiera feriale, divenuto al contempo uno spazio versatile e attento alle varie attività pastorali. Situata nella piazza centrale del comune, è l’edificio sacro più antico del paese, già censita nel XIII secolo. Nell’antichità rappresentava la Chiesa del castello, mentre il suo campanile era anticamente la torre che sorgeva di fianco alla porta di accesso della corte dell’antico castrum romano. Come molti edifici di culto anche la chiesa di San Cristinziano, nel corso dei secoli, ha subìto notevoli cambiamenti strutturali e decorativi che hanno donato alla fabbrica un aspetto barocco e hanno nascosto gli elementi medievali originari.

Il delicato recupero della cripta è stato seguito dall’architetto Lorenzo Fosco, specializzato nel restauro di chiese e cascine in Abruzzo. Il progetto è partito da una prima analisi delle fonti storiche e dalla rilettura degli elementi tipologici architettonici locali: far dialogare lo stato di conservazione e gli interventi di ripristino delle parti mancanti, partendo dalla conoscenza storica del manufatto, con elementi nuovi in simbiosi con il preesistente. Gli italiani, oltre ad essere un popolo di poeti e navigatori, è anche un geniale costruttore di chiese oltre che un ottimo restauratore.

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Il progetto dell’architetto Lorenzo Fosco è riuscito a combinare con delicatezza e sapienza il nuovo con l’antico senza forzature stilistiche o falsi storici. “Abbiamo conservato le cornici sulle volte a crociera, lasciando la demarcazione delle linee geometriche come guida per l’interpretazione e la libera ricostruzione di chi le osserva. Inoltre, sono state riportate alla luce le antiche aperture che collegavano gli spazi, eliminando le murature moderne. Le nicchie che custodivano le originali scalinate di collegamento alla chiesa superiore sono state lasciate volutamente incompiute”.

Gli apparecchi, tutti in finitura bianca e temperatura colore a 2700K, L&L Luce&Light con la loro luce valorizzano gli spazi e le architetture riportate ad un ordine formale e decorativo completamente nuovo. Le applique da interno ELLA IN 1.0 7W 230Vac sono state installate in corrispondenza delle imposte delle volte  per illuminarle in maniera indiretta e suggestiva, oltre che anabbagliante. Si crea in questo modo un gioco di tridimensionalità sulle crociere che riflettono ed espandono l’illuminazione. Lo stesso effetto è cercato per la parete di fondo della grande sala ipogea con applique da esterno dal design essenziale GEKO 5.0 16W 230Vac. Nelle nicchie, dove è possibile osservare sia i reperti archeologici che le scale originali, sono stati installati i proiettori da esterno SPOT 1.0 2W 500mA con ottica 40°, in acciaio inox AISI 316L e dotati di staffa traforata. 

Per esaltare le arcate l’architetto ha scelto il proiettore LYSS 1.0 5W 230Vac con ottica trasparente 10°x180°. L’ottica selezionata presenta un’emissione luminosa perfettamente definita e volutamente disposta a creare un disegno di luce a fasce, in contrapposizione al gioco di luce diffusa utilizzata per illuminare le volte. Inoltre, LYSS è stato scelto per le dimensioni ridotte che lo rendono quasi invisibile, rendendo la luce vera protagonista dell’intervento.


(immagini courtesy: Simone Tommasini)