– COMPASSO D’ORO –

Nasce Internet e la luce reinventa sé stessa

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Il 12 marzo 1989 viene presentato al CERN il World Wide Web Summary di Tim Berners-Lee co-inventore di Internet con Robert Cailliau. Diventerà lo strumento di lavoro e conoscenza più performante di sempre. Tutto lo scibile a portata di mano, per tutti o quasi, uno strumento democratico di diffusione della conoscenza. A proposito di democrazia solo pochi mesi dopo, e precisamente il 9 novembre 1989, cadrà il Muro di Berlino. Una barriera in cemento armato che ha diviso la città e il mondo dal 1961, una caduta simbolica e fisica dell’emblema divisivo per eccellenza, seguita a breve dalla riapertura della Porta di Brandeburgo. I tedeschi dell’Est potranno liberamente attraversarla e passare a Occidente.

Making of Light - Nasce Internet e la luce reinventa sé stessa - Shuttle_1_Archivio fotografico Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro
Making of Light - Nasce Internet e la luce reinventa sé stessa - Lola_3_Archivio fotografico Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro

Nello stesso anno, a Milano, c’è la XV edizione del Compasso d’oro. La Giura composta da: Pierluigi Molinari, Fredrik Wildhagen, Hans Wichmann, Cesare Stevan, Tomás Maldonado premia soluzioni tecnologiche che non cedono alla spettacolarità. Le tre lampade vincitrici sono: Lola (design Paolo Rizzatto Alberto Meda, Luceplan), Tolomeo (design Michele De Lucchi Giancarlo Fassina, Artemide) e Shuttle (design Bruno Gecchelin, iGuzzini). Ecco le motivazioni, asciutte ma indicative.

Lampada “Lola”

La Giuria della XV Edizione tenutasi a Milano il 12 aprile 1989 ha deliberato all’unanimità di conferire il Premio Compasso d’Oro alla Lampada “Lola” per la felice sintesi d’immagine di una ricerca tecnologica, senza nessuna concessione alla spettacolarità.

Serie di lampade “Tolomeo”

La Giuria della XV Edizione tenutasi a Milano il 12 aprile 1989 ha deliberato all’unanimità di conferire il Premio Compasso d’Oro alla Serie di lampade “Tolomeo” per il recupero di una immagine tradizionale unitamente all’alto contenuto tecnologico e prestazionale.

Serie di proiettori “Shuttle”

La Giuria della XV Edizione tenutasi a Milano il 12 aprile 1989 ha deliberato all’unanimità di conferire il Premio Compasso d’Oro alla Serie di proiettori “Shuttle” per il contributo alla soluzione tecnica e formale dei molteplici requisiti di un completo sistema illuminotecnico.

Making of Light - Nasce Internet e la luce reinventa sé stessa - 01_Lola_4_Archivio fotografico Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro
Making of Light - Nasce Internet e la luce reinventa sé stessa - 04_Lola parete

Iniziamo da Lola, che ho comprato in versione da parete appena uscita e che tuttora mi accompagna. Lola (1987) è una famiglia di lampade, terra e parete. Nella sua prima versione ha il corpo in fibra di carbonio, successivamente questo lascia il posto all’alluminio. Leggerezza e flessibilità di trasporto e orientamento sono i plus che fanno di Lola un condensato di tecnologia, ricerca e disegno. Nelle diverse formazioni dei progettisti emerge forte e li connota immediatamente, quasi fosse un linguaggio o uno stile. E questo affiora anche nella descrizione che ne fanno sui relativi website.

Paolo Rizzatto la racconta come una “asta telescopica in fibra di carbonio o alluminio, treppiede articolato, testa in tecnopolimero ad alta resistenza termica, riflettore in acciaio microforato, lampadina alogena con vetro pirex: tecnologie complesse per una forma di essenziale semplicità, che reinventa l’immagine della lampada da terra. La leggerezza di forma e materiali consente di muovere la lampada con grande libertà. La luce è regolata in altezza dallo stelo telescopico. Il riflettore, orientabile con un’astina, consente illuminazione diffusa o diretta”.

Alberto Meda, la descrive con fare più ingegneristico: “Lola è densa di complessità tecniche (corpo in materiale composito prodotto per filament winding, testa in poliestere caricato con fibra di vetro stampato a iniezione, piede in pressofusione di zama con rivestimento in poliuretano integrale flessibile), ma semplicissima per forma: un lungo stelo telescopico (come per le canne da pesca), una testa dal disegno a forcella per trattenere il corpo allungato di una lampadina alogena, con i relativi contatti elettrici, e il suo diffusore, e un sostegno a tre piedi con un ginocchio articolato per chiudersi in caso di trasporto del tutto”.

Making of Light - Nasce Internet e la luce reinventa sé stessa - Tolomeo_2_Archivio fotografico Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro
Making of Light - Nasce Internet e la luce reinventa sé stessa - Tolomeo_4_Archivio fotografico Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro

Tolomeo (1987), con le sue 400.000 unità vendute all’anno, è subito diventata un bestseller di Artemide. Michele De Lucchi e Giancarlo Fassina lavorano al “recupero di una immagine tradizionale” ispirandosi alla storica lampada a braccio Luxo L-1 disegnata nel 1937 da Jac Jacobsen per la svedese Luxo ASA. Il lavoro svolto da De Lucchi e Fassina comprende il ridisegno dei bracci, degli snodi e del paralume. I primi, in alluminio brillantato, assumono una forma a goccia che permette il passaggio del cavo, rendendolo invisibile. Gli snodi sostituiscono le molle metalliche esterne, trasformandosi in meccanismi meccanicamente perfetti, grazie anche ai cavi tensionati esterni. Infine, il paralume disegnato per contenere la sorgente lateralmente anziché verticalmente. L’insieme di questi tre elementi ha reso Tolomeo un oggetto di culto, un prodotto must-have per la casa come o l’ufficio.

Così Michele De Lucchi la racconta sul proprio archivio progetti: “Ho presentato l’idea del meccanismo a Ernesto Gismondi che ne ha voluto fare subito un prototipo che facemmo in alluminio e che non funzionò: fu Giancarlo Fassina, al tempo direttore tecnico della ricerca in Artemide a suggerire di sostituire l’alluminio delle pulegge con il nylon: con questo artifizio la “macchina” funzionò e la mia gioia fu tale che la Tolomeo è firmata anche da Giancarlo. La progettazione vera e propria della lampada avvenne quindi in una fase successiva, in cui risolsi prima il problema del passaggio del cavo, integrandolo in un unico trafilato assieme alla sede per la molla e poi la forma del paraluce, che tanto ha contribuito al successo del prodotto”,

Making of Light - Nasce Internet e la luce reinventa sé stessa - 06_Shuttle_4_Archivio fotografico Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro -2
Making of Light - Nasce Internet e la luce reinventa sé stessa - 06_Shuttle_4_Archivio fotografico Fondazione ADI Collezione Compasso d'Oro

Il terzo prodotto premiato dalla Giuria è la serie Shuttle disegnata da Bruno Gecchelin per iGuzzini. Lampade complesse per tecnologia e ricerca, esteticamente connotato dal disegno del corpo luminoso e dalla pinna inferiore. Questa è funzionale al sostegno degli accessori esterni quali filtri colorati o lenti particolari, oltre che agevolare la rotazione del corpo illuminante. Shuttle è una grande famiglia, composta da undici elementi di taglie e potenze diverse, tutte pensate per rispondere alle più varie esigenze illuminotecniche. Un prodotto che ha rivoluzionato l’idea di proiettore tecnico grazie all’elevata flessibilità e ai tanti accessori.

Tre interpretazioni del soggetto Luce riassumibili in tre aggettivi: leggera, rinnovata e tecnologica. Tre interpretazioni che esprimono le diverse personalità dei progettisti.

Disegni Tolomeo: Courtesy Archive AMDL

Tutte le immagini di prodotto: Archivio fotografico Fondazione ADI Collezione Compasso d’Oro