2020 l’anno del contatto

La XXVI edizione del Compasso d’oro è il primo evento, legato al design, che riattiva la socialità e l’incontro. Presso il nuovo ADI Design Museum, nella piazza intitolata al Compasso d’oro, si è svolta la premiazione. Per la luce sono stati premiati due prodotti: una novità e uno storico. Un doppio Compasso d’oro per Flos: i poetici Arrangements di Michael Anastassiades e l’iconica Arco dei fratelli Castiglioni. Quasi sessant’anni dividono queste due lampade, una distanza annullata dalla “idea di far nascere da una lampadina oggetti adatti a cambiare il modo di abitare, non solo degli italiani. A queste prime lampade ne seguono molte altre, bellissime e sorprendenti: così già dalla sua preistoria Flos (Fiore, in latino, nome che sceglie per lei Pier Giacomo Castiglioni) si ritrova a reinventare l’idea di illuminazione artificiale” (da https://flos.com/it/filosofia/).

L’edizione 2020 dell’ambìto premio è stata guidata da una Giuria composta da tre designer, un filosofo e, per la prima volta, un ecclesiastico: Denis Santachiara (presidente), Virginio Briatore, Jin Kuramoto, Päivi Tahkokallio e Mons. Luca Bressan. E sempre per la prima volta sono stati assegnati tre premi alla carriera ad altrettanti prodotti, un’idea di Beppe Finessi curatore del Museo del Design. Sono stati premiati tre oggetti che, pur non avendo mai vinto il Compasso d’oro, sono divenuti dei riferimenti assoluti per il design: Arco (Flos, 1962), Sacco (Zanotta, 1968) e Nathalie (Flou, 1978). Tre oggetti dell’arredo contemporaneo tra i più longevi, venduti e copiati di sempre. E per questo premiati dalla Giuria.

Dalla relazione della Giuria si legge che: “come tante altre dimensioni delle nostre culture in piena trasformazione, anche il design sta vivendo una fase di forte evoluzione: si mostra diffuso, vasto, fluido, sconfinato, materiale e intangibile. Si parla ormai di extensive design, si naviga in mare aperto, non è facile tracciare la rotta. In generale abbiamo inseguito un’idea più gentile di design e apprezzato la specificità italiana in dialogo con le altre culture”. Arrangements (Flos, 2018) sembra riassumere tutto questo con forme semplici, un design essenziale e facilmente riconoscibile da ogni cultura come bello e armonico. Michael Anastassiades inventa un gioco creativo per comporre la propria lampada, il proprio ritratto di luce sospesa. Questa collezione per la Giuria è “una danza di minimalismo, geometria e tecnologia; interpreta bene i LED e sa trasformarli in emozione.” Come non essere d’accordo?

Primo premio alla carriera del prodotto è la Arco (Flos, Design: Pier Giacomo Castiglioni e Achille Castiglioni, 1962), “una lampada a sospensione che proietta la luce sul tavolo senza richiedere fori nel soffitto. Innovazione tipologica nel settore illuminotecnico, è stata capace nel tempo di diventare icona per l’intero design italiano nel mondo”. E che in moltissime ambientazioni è stata impiegata come luce per il living quando invece era stata pensata come luce per il tavolo. Un’interpretazione che avrebbe, forse, fatto sorridere i fratelli Castiglioni. “La sua origine è, praticamente, la sostituzione del punto luce fisso a soffitto e permette appunto una certa mobilità nell’ambiente, per cui muovendo i mobili nella stanza si modifica l’ambiente. Le abitazioni devono essere fatte per poter essere vissute in modo diverso durante il tempo.” (Achille Castiglioni, lezione al Politecnico di Milano, 9 maggio 1990. Courtesy Fondazione Achille Castiglioni.)

Due lampade diverse tra loro, ma accomunate dalla volontà di ricerca e innovazione che da sempre definiscono la filosofia aziendale di Flos impostata da Dino Gavina, perseguita da Sergio Gandini e continuata tutt’oggi.

(Immagini: Archivio fotografico Fondazione ADI Collezione Compasso d’Oro)

(Immagini Arco courtesy http://fondazioneachillecastiglioni.it/)

(Immagini Flos courtesy https://flos.com/it/)