– INTERVISTE COL DESIGNER/ARTISTA –
Ricucire con la luce artisticamente
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Abbiamo raggiunto Giuseppe Mestrangelo che ci ha raccontato, secondo la sua esperienza, l’uso della luce in arte e di come questa non sia soltanto un fenomeno fisico, ma uno strumento di trasmissione di messaggi artistici positivi e condivisi.


La luce è sperimentazione?
Credo che si possa sperimentare qualunque cosa, sia per diletto o professionalmente e a volte anche per necessità. Uno chef, un fisico, un architetto o un farmacista, un musicista sperimentano le materie del loro interesse o, a volte, solo il pensiero, se lo applicano alla letteratura, narrativa o saggistica, e alla poesia. Questo vale per qualunque essere umano che voglia applicare la propria esperienza, sperimentata empiricamente, maturata, definita e compiuta. Mai uno chef non si sognerebbe di far servire un esperimento prima di averlo definito compiuto, il piatto non dovrà unicamente soddisfare un gusto gradevole al palato – che potrebbe essere soggettivo. Per uno chef la composizione di un piatto dovrà necessariamente essere descrittiva e descrivibile attraverso la fruizione sensoriale non solo di chi mangia, ma di chi mangia con tutti i sensi in azione, affinché ogni sapore e sensazione risultino percepibili all’unisono. Tutto questo a compendio della conoscenza degli ingredienti, della storia della materia e non ultima della sensibilità personale per essa.


Seguendo il tuo ragionamento, la luce composta in arte va oltre al semplice fenomeno ottico?
Sì. La luce, intesa come fenomeno fotonico visibile segue esattamente lo stesso percorso quando viene sperimentata e applicata a un’opera d’arte – prima di essere fruibile in quanto “feticcio temporale o eterno” dovrebbe essere compiuta, come per il piatto dello chef, non fruibile come ricerca o esperimento. Noi non compriamo una casa, un auto, un farmaco o anche una semplice torta ai mirtilli, in fase di sperimentazione o di ricerca. Parlo della luce perché è la mia materia come artista e light designer, ma credo che questa dinamica dovrebbe appartenere ad ogni bene creativo, sia materiale che intellettivo, inteso come valore dell’intelligenza umana. Ciò che voglio dire è che una composizione prende sempre forma da un pensiero e un ragionamento che, al di là della libera interpretazione. Il compositore dovrebbe realizzare un gesto “compiuto” che affermi l’oggettività del pensiero, anche se temporaneo. L’oggettività di un’opera d’arte realizzata con “luce fotonica” artificiale o naturale può assumere qualunque forma e contenuto, ma non si può eludere il fatto che la luce è l’elemento trainante della visione d’insieme. Nei miei lavori non applico mai la luce come elemento estetico, la uso sempre come concetto, imbrigliato tra immagine, forma, e tecnica.





Ci racconti i tuoi ultimi lavori di ricucitura luminosa.
Se uso il “filo luminoso” è sempre per definire un concetto, il filo diviene sinonimo di ricollegamento o di liberazione (spesso ci basterebbe poco, sia per ricollegare che per liberare), appunto, un filo di luce. Alcune opere, ad esempio, “Pittorico” il gesto cromatico e fotonico appare come un gesto libero, cosa che non è, in quanto la pennellata “pensata di getto” è in realtà concepita graficamente e “gettata” sulla tela, “(concetto informale e parallelo al gesto veloce di Jackson Pollock), o alla lenta perizia pittorica ragionata da Michelangelo o da Vermeer. Tra i lavori più recenti, “Magic Wand”: (a volte, imprecando vorremmo una bacchetta magica) “la bacchetta magica” contiene il pensiero luminoso pulsante o scintillante, secondo il desiderio di chi la possiede, mediante un telecomando è possibile scegliere il movimento della “magia”. Un’altra opera: “Non colpire”, racconta di una fionda che non colpisce perché la tensione per il lancio della pietra è fatta di luce, la quale interrompe l’azione offensiva.


Una domanda provocatoria: la luce è quella cosa che …
Quando mi si chiede cos’è per me la luce, spiego sempre oggettivamente cos’è la luce composta e applicata in questo o in quel contesto … non intercalo mai con banalità, come:
… la luce è quella cosa che …
… la luce è molto importante …
… la luce è tutto … e via così…
… Quella cosa che è molto importante e che è tutto … l’artista o il light designer la deve sempre saper raccontare.
(immagini courtesy: Giuseppe Mestrangelo – Light Studio)
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