– INTERVISTE COL DESIGNER –
Architettura integrata e crossover
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Abbiamo raggiunto Nicola De Pellegrini, architetto bellunese con le idee molto chiare sulla sostenibilità, come sfida per la realizzazione di progetti complessi in cui l’illuminazione è fondamentale. Un racconto fatto di concretezza e trasversalità.


Trasversale e sostenibile sono i temi portanti del tuo lavoro, dall’architettura alla comunicazione all’interior design. Ce ne parli?
Oggi, penso che la sfida più grande per il design sia sempre più dare forma a progetti molto complessi, che intrecciano questioni tecniche, commerciali, produttive, funzionali ed etiche. Prendiamo ad esempio il tema della sostenibilità. Non credo che un architetto o un designer riesca a controllare da solo un progetto efficacemente, ma che debba collaborare con competenze diverse e approcci anche culturali differenti. Quello che cerchiamo di fare è costruire un team di lavoro multidisciplinare che ci consenta di mantenere una corretta tensione su progetti ampi e dalla visione olistica. Quando riusciamo a mantenere un filo conduttore coerente su un progetto che va dagli interni, alla comunicazione, all’architettura stessa per noi rappresenta, con soddisfazione, il nostro modo di lavorare. Un’altra questione che ci affascina è il travaso di competenze, approcci derivanti tra settori diversi. Lavorare ad esempio con l’industria del mobile a volte ci aiuta nella progettazione architettonica, studiando soluzioni tecniche un po’ fuori dagli schemi classici. Penso sia interessante avere un approccio internazionalizzato, delle volte ci capita di scoprire all’estero che esistono modi diversi e migliori di fare qualcosa rispetto ai quali siamo abituati.


Il Blackfin HQ è un volume molto articolato e con una pelle speciale, traspirante alla luce. Ce lo racconti?
Il progetto nasce da una vecchia cartiera incastonata nelle Dolomiti agordine, trasformata negli anni Sessanta in una fabbrica per la produzione di montature, prevalentemente in metallo. Nel 2018 si fa concreta l’idea di ampliare lo stabilimento sia nella parte di produzione e logistica, che nella parte direzionale. L’idea progettuale è di sfruttare il pochissimo spazio a disposizione, condizione frequente nelle valli alpine. Le facciate vengono rivestite di lamiera di alluminio dove il ritmo delle forature è stato disegnato in relazione alla funzione dello spazio interno ed all’orientamento. Un’operazione che ha la stessa intensità sia negli spazi destinati a ufficio che in quelli destinati alla produzione. Il controllo diurno dell’illuminazione interna è gestito da un sistema dinamico di controllo dei corpi illuminanti e dalle tende, in modo da garantire sempre il miglior benessere indoor. Lo stesso avviene durante le ore serali, la luce traspare dalle ampie vetrate enfatizzando il disegno della facciata nelle quali di giorno si specchiano le montagne circostanti. L’ambiente lavorativo utilizza differenti tipologie di sorgenti luminose, dirette ed indirette, ma sempre in un’ottica funzionale. Nei soffitti sfaccettati in lamiera di alluminio sono stati inseriti degli spot con differenti aperture del fascio luminoso a seconda della posizione. Una particolare illuminazione d’ambiente è stata ottenuta con l’inserimento di corpi illuminanti all’interno di velette perimetrali, mentre per le sale riunioni è stata adottata la doppia emissione calibrata sulle differenti situazioni di utilizzo. Negli ambiti produttivi di verniciatura, negli uffici di R&D e stile, l’illuminazione risponde a stretti parametri di indice di resa cromatica per garantire sempre una perfetta percezione dei prodotti.


Nei tuoi interni hospitality, come il Tremont Hotel o il Cambria, la luce è perfettamente integrata nell’architettura.
Puntiamo ad ottenere sempre il massimo comfort abitativo nelle strutture alberghiere che progettiamo. Questo sforzo è particolarmente focalizzato alle camere per gli ospiti dove disegniamo con la luce i vari scenari. Preferiamo utilizzare differenti tipologie di illuminazione integrandole con il design della camera e degli arredi. Le camere degli hotel diverranno spazi con un utilizzo sempre più allargato e flessibile. Immaginiamo che saranno sempre più luoghi per il lavoro, dove fare attività fisica, dove rilassarsi. Per questo motivo ogni azione, inclusa l’illuminazione, dovrà avere una motivazione funzionale. Altro aspetto, molto attuale, è quello di immaginare spazi salutari, in cui la luce del giorno si integri con quella artificiale dando all’ambiente un percepito ampio e salubre.


Lavori molto negli USA, che differenze hai percepito nell’approccio alla luce rispetto all’Italia?
Nel design degli interni in USA viene posta molta attenzione alla funzionalità ed alla standardizzazione. Questo è riscontrabile anche nella definizione dell’illuminazione che specifichiamo dove, rispetto all’Europa, si parte non da un foglio bianco ma da schemi consolidati, che garantiscano il soddisfacimento di requisiti spesso imposti dai brand. Ad esempio, integriamo differenti sorgenti luminose anche negli arredi, armadi, tavoli, letti. Ad esempio abbiamo disegnato delle scrivanie con integrati specchio e illuminazione per il make-up. Sulla base di questo approccio andiamo poi ad evolvere il progetto introducendo aspetti più creativi e vicino alla nostra cultura. Vedo che questo modo di procedere è apprezzato, perché portiamo una maggiore attenzione al dettaglio ed al controllo dell’ambiente tipico della nostra progettazione con il giusto equilibrio tra standard, funzionalità ed estetica.


Tre aggettivi che definiscono il tuo lavoro e il loro perché
Funzionale
Prima di iniziare un nuovo progetto cerchiamo sempre di porci delle domande su come verrà usato quello che stiamo disegnando, le esigenze delle persone che useranno quella cosa o quello spazio.Lo stile è una questione fondamentale, ma se non cogliamo l’obiettivo di soddisfare gli utenti del nostro lavoro avremmo fatto qualcosa di inutile. Per questo le fare le domande e saper ascoltare pensiamo siano uno dei principali strumenti nelle mani dei designers.
Sostenibile
Il design è cambiamento, è innovazione e miglioramento. Noi cerchiamo di cogliere questi cambiamenti, concentrandosi sui nuovi bisogni dell’uomo, per convertirli in idee, prodotti e spazi che possano aiutare la società in questa costante fase di transizione. L’importanza del design, oggi più che mai, sta nella capacità di contribuire in modo positivo al cambiamento. Penso che gli asset che abbiamo a disposizione siano la trasformazione ambientale e quella digitale e che le relazioni tra queste due debbano trovare una sintesi unitaria in progetti innovativi che ci conducano in un percorso di sostenibilità.
Confortevole
Il nostro obiettivo è disegnare ambienti salubri, confortevoli e che assicurino il benessere delle persone che li abitano o vi lavorano. Se ad esempio parliamo di comfort visivo luminoso una buona progettazione, che sappia integrare l’apporto naturale e quello artificiale, possiamo migliorare la capacità di svolgere le attività visive con benessere e velocità e sicurezza. Cerchiamo di sfruttare di massimizzare l’apporto della luce naturale combinandolo con l’utilizzo di lampade ad alta efficienza energetica e sistemi di controllo e regolazione dell’illuminazione.
(immagini courtesy: Nicola de Pellegrini)
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