– NOVITÀ DI PRODOTTO –
Il ritorno di Sottsass
Un oggetto, domestico o architettonico, di Ettore Sottsass è sempre riconoscibile per i volumi BOLD, i colori elementari e i materiali. L’architetto racconta così la nascita di questa e forse di molte altre sue lampade: “La mia preoccupazione, in questo momento, è disegnare oggetti che non abbiano confini precisi, dal punto di vista ‘biologico’ o culturale. Oggetti che […] accolgano l’indecisione che c’è nel mondo”. Sottsass ha sempre disegnato oggetti oggettivi e nel suo lungo cammino creativo lo ha costantemente ricercato, tappa sostanziale di questo percorso è stata la collaborazione con Stilnovo.
L’architetto inizia a lavorare con l’azienda milanese nel 1973 disegnando sei lampade: Ortros, Lampros, Sinus e Manifesto, seguite nel 1977 da Don e Valigia. Tutte riprendono i principali attributi della sua poetica, ma nessuna è rimasta impressa nell’immaginario collettivo come l’ultima. Ortros e Lampros sono due sospensioni definite dal grande disco in metallo verniciato e dai portalampada a cupola. Sinus è la luce delle star del cinema, attorno allo specchio è pura magia hollywoodiana, il rosso brillante ne esalta la sensuale sinuosità. Eros e design, temi molto amati dal Maestro. Manifesto è una sospensione tubolare con un terminale toroidale colorato, che sia un’avvisaglia della futura Valigia? Don, invece, è una piccola lampada da tavolo determinata dall’inclinazione a 45° dello stelo e da un elmetto in lamiera, un irriverente regolatore di luce.
Arriviamo a Valigia, l’oggetto del nostro racconto. È un manufatto easy, totemico, composto da soli due elementi: l’involucro e la luce. È una lampada nomade, come lo era il suo creatore, vagabonda da una stanza all’altra o da una casa all’altra. Un oggetto d’affezione al padrone di casa ma non allo spazio abitato in cui viene collocata. In breve, è un oggetto rituale atto a dimostrare che lo spazio domestico è vivo, abitato e che lo stiamo vivendo: “Un designer dovrebbe sapere che gli oggetti possono diventare lo strumento di un rito esistenziale”. Lamiera e tubetti curvati, piedini oversize, Valigia riassume i tratti tipici degli oggetti di Sottsass, pochissimi elementi vistosamente colorati in rosso pompeiano e nero. Non è certamente la prima lampada nomade in produzione, ma è la prima che lo fa con divertita ironia.
Anche questo, come molti oggetti di Sottsass, è un progetto quasi senza disegno. La ricostruzione filologica del progetto operata da Stilnovo, oltre a ricostruire fedelmente l’oggetto, ha risolto anche i problemi di stabilità della prima versione e il conseguente adattamento alla tecnologia LED. A oltre quarant’anni dalla sua prima presentazione Valigia ritrova il suo posto nel panorama dell’illuminazione di design, un posto non solo garantito dalla storia ma anche dalla sua ironia e dal rumore che produce: “vorrei che gli oggetti non tanto fossero silenziosi ma costringessero al silenzio chi li usa, chi li guarda”.
(Immagini Valigia courtesy: Gianni Antoniali)
(Immagine Ettore Sottsass courtesy: Barbara Radice)
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