– LUOGHI DA VISITARE –

Enzo e Logan Smith

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Marco Nozza

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Bergamo, Città Alta. La nostra visita inizia da Piazza Vecchia, spazio storico nella quale ci si incontra e si vive il tempo libero. Qui si affacciamo gli imponenti edifici disposti secondo una geometria armonica e perfetta, tra i quali spiccano il Palazzo della Ragione, il Campanone, la Biblioteca Angelo Mai e la Fontana Contarini. Quasi animato e rotolate verso la Città Bassa, un agglomerato di filo in alluminio sfericamente intrecciato ci invita a valicare Porta S. Giacomo, uno tra gli accessi alle mura venete. E’ Fil de Fer F, tra le creazioni più care e tutt’oggi ispirazionali per Enzo Catellani, che con il suo bagliore ci accompagna per mano in direzione del nuovo showroom di Via Borfuro, nel centro della città.

Il tutto accompagnato dalle note dell’opera di Tchaikovsky ‘Dance of Sugar Plum Fairy’, nell’interpretazione di Alexander L’Estrange, rimando all’originale cortometraggio ‘Succede a Bergamo’ di Giorgio Oppici, dedicato all’inaugurazione dello spazio avvenuta l’8 dicembre scorso. (Succede a Bergamo – Catellani & Smith – YouTube)

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Esternamente le vetrine, disposte con diverse profondità, calamitano lo sguardo e invitano a seguire il loro snodarsi senza mai scostare l’occhio della creazioni luminose esposte. Sul lato sinistro, verso la percorrenza di Via Borfuro, è disposto un parterre composto da piante erbacee sempreverdi e rampicanti che ospitano le infiorescenze luminose More e Sypha L’area verde funziona da separé visivo e al contempo esemplificativo della potenzialità estetiche e funzionali delle lampade outdoor. Diversamente, a destra dell’ingresso, si ergono a sfondo le pannellature con toni del blu aziendale che contrastano ed enfatizzano le dorature della Macchina della luce a parete.

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Citofonare Catellani & Smith. Ma chi è Smith? E’ il co-founder britannico? In realtà Logan Smith, racconta Enzo, è stato il suo cavallo nei primi anni Novanta e per diverso tempo si è personificato, appunto, in un architetto inglese. Un modo, inizialmente, per dare credibilità e proseguo all’attività. Il resto della storia aziendale, ora, è sotto agli occhi di tutti.

Il progetto, prolungamento dell’Headquarters a Villa di Serio (BG), è stato concepito da Capponi General Contractor con l’interior designer Francesca Ravasio i quali hanno curato i nuovi ambienti della ‘casa’ esperienziale ed espositiva su tre differenti livelli complessivamente per una superficie di 500 mq. Il piano terra dell’edificio è a tutti gli effetti un’ospitale zona living.

Dà il benvenuto e riceve clienti e visitatori una consulente all’acquisto che accoglie con il più semplice dei saluti, un ‘Ciao!’ in un informale font Calibri, posto sulla scrivania. Percorrendo a sinistra, si apre un grande soggiorno che ipnotizza e affascina. Sopra al tavolo irrompe una cascata, a diverse altezze, di ‘Jackie O Chandelier’. Sulla parete di sfondo si ergono, sopra la madia, una successione di circonferenze in rame tinte di blu oltremarino fissate a soffitto e ancorate alla base da incudini mignon: un’ironica celebrazione al pittore e architetto fiorentino, ‘Sorry Giotto’.

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Tenendo lo sguardo sospeso verso queste creazioni luminose, mi dirigo nella zona più ariosa e intima dello showroom, forse perché il divano a ferro di cavallo invita al rilassarsi. Sono certo che nessun visitatore e cliente addentrandosi in questi spazi non si sia immobilizzato nel contemplarla, parlo al femminile perché in traduzione letterale risulta essere una ‘sospesa Luna dorata’, ma per battesimo, e semplicità, si chiama Gold Moon Chandelier

Ogni schermo della Gold Moon è piegato singolarmente a mano, proprio così: essendo in black-wrap, un materiale malleabile, è possibile in caso di necessità rimodellarlo o rimetterlo in forma con facilità. La base è opzionale di tre forme: quadrata, rettangolare oppure rotonda (e customizzatile su richiesta). Completano l’effetto ‘wow’ l’applicazione di foglia d’oro su tutte le superfici, e uno stelo doppiamente curvato che ospita una piccola sorgente a LED.

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A ornamento delle pareti dello spazio espositivo-residenziale sono esposte in tutta la loro eleganza e splendore una buona parte delle creazioni di recente fattura e di storiche icone. Traspare da esse tutta la dedizione, la cura, la ricerca e l’amore per ciò che si fa. Quasi fossero un dono ricambiato per aver sostenuto quel duro lavoro, quasi una forma di dovere e rispetto.

“Guardare, ma non toccare” si raccomandavano i nostri nonni, questa volta è stato molto impegnativo ubbidire al comandamento. Viene proprio voglia di toccare questi oggetti di cui si percepisce l’amore di chi le ha concepite, artigianalmente, una ad una. Di tutto questo, Logan Smith ne sarebbe fiero. 

(Immagini courtesy: Catellani & Smith, Nava Rapacchietta, Alessandro Zambianchi)